17 maggio, in piazza con i “minatori all’aria aperta”…
A breve scenderemo in piazza, nel corteo nazionale che grida forte il suo No! Alle politiche di privatizzazione che stanno smantellando il sistema pubblico italiano. Nelle nostra città questo attacco al welfare di Stato è la logica conseguenza ad un asservimento diretto e passivo ai diktat dell’Unione Europea, portati avanti da un esecutivo monocolore che ha fatto delle cosiddette “larghe intese” la ricetta definitiva per una politica neo-liberista e filo-europeista. A Roma, in particolare, parlare di privatizzazioni significa parlare di servizi pubblici di trasporto, di raccolta della nettezza urbana, di energia e di acqua; ma non può non significare anche parlare di Unione Europea e della netta opposizione che ad essa va messa in campo. Lo stiamo capendo giorno dopo giorno, lo ripetiamo corteo dopo corteo. Ed una realtà dei fatti che ha interiorizzato anche il Coordinamento Operaio AMA, un nutrito gruppo di lavoratori e lavoratrici che si sta organizzando in una di quelle municipalizzate in cui lo spettro della privatizzazione, legato a quello della corruzione de vertici e alle solite dinamiche di nepotismo, sta sollecitando la nascita di una sentimento di convergenza collettiva per la difesa e il miglioramento del proprio impiego, la tutela dei propri diritti e la pretesa (ben più ampia ma che coglie il nodo) della fine delle politiche speculative e privatizzanti.
Per questo saremo in piazza con loro, insieme a molti altri compagni e compagne con cui stiamo sostenendo la battaglia dei lavoratori/rici AMA. Per un 17 maggio che segni l’inizio, per una battaglia contro austerity e privatizzazioni che tenga sempre conto del vero burattinaio che muove i nostro governi-marionetta.
Di seguito, il volantino del Coordinamento AMA.
Minatori all’aria aperta…
Fin dallo scorso ottobre, con l’entrata in vigore del funesto decreto Enti Locali, e poi con il tortuoso iter di conversione in legge, tra emendamenti ad hoc (in particolare quello ribattezzato “Lanzilotta” dal nome della senatrice di scelta civica ed ex assessore al bilancio del comune di Roma) e riscritture sempre in senso peggiorativo – si è fatta chiara la percezione che la stagione delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni, dopo aver toccato le maggiori città e province italiane, sarebbe giunta fino alla capitale. Inesorabile.
Come non pensare allora alle lotte di pochi mesi prima dei compagni e dei lavoratori di Genova (o di Parma) che caparbiamente hanno bloccato la città per vari giorni subendo di conseguenza ricatti e repressione sulla propria pelle? Come non sentirci complici e solidali con loro e con le loro rivendicazioni?
La retorica della privatizzazione porta con sé una serie di falsità che celano l’intento di metter mano alla ricchezza del paese, comprimendo i salari dei lavoratori e innalzando le tariffe a scapito della cittadinanza.
Le ricette del cosiddetto “SalvaRoma” ripropongono scelte draconiane d’austerity già viste altrove: licenziamenti, dismissioni e vendite del patrimonio pubblico, sottendendo una sorta di senso di ineluttabilità dell’intervento del privato in questioni di interesse pubblico. Come ha scritto qualcuno l’ideologia “del privato è bello!”.
A Roma si è andato oltre commissariando di fatto la giunta Marino. E Renzi, fedele esecutore e alfiere delle politiche liberiste dell’ Unione Europea, non ha ceduto neanche davanti al default annunciato della nostra città.
Noi dal canto nostro da subito abbiamo reagito cercando di squarciare quel velo di a-conflittualità che storicamente vede i lavoratori delle municipalizzate, e in particolare gli operatori ecologici, come afflitti da un apatia costante, anche di fronte al più grande attacco portato avanti dal governo nei confronti dei lavoratori comunali.
Ci sono operai come noi che non si arrendono. Con la collaborazione e l’appoggio di realtà sociali e politiche che subiscono parimenti quei fenomeni drammatici di impoverimento e d’impossibilità di accesso a salari e servizi o, come i comitati ambientali, lottano contro le devastazioni ambientali, abbiamo dato vita ad un coordinamento che ci vede in prima linea nel difendere diritti e occupazione e quel che di buono rimane nel pubblico e, anzi, rilanciando su un altra e migliore gestione di esso.
Una visione che miri al coinvolgimento operaio nelle decisioni strategiche e operative, che impedisca a privati e cooperative di speculare e sfruttare.
Una gestione che miri all’innalzamento dei stipendi, al taglio netto degli sprechi e dei compensi di manager e consulenti, che attribuisca il giusto valore al lavoro su strada, ad una differenziata che limiti gli impatti ambientali e che non permetta mai più la possibilità di dar vita a situazioni come Malagrotta e affini, che rispetti la salute di chi lavora negli impianti ad alto rischio o nelle rimesse.
L’idea è far confluire tutte le lotte in una solo grande lotta: dal precario al comunale, dal migrante al senza casa fino al cittadino costretto ad abitare nelle adiacenze di siti ad alta nocività, combattendo la frammentazione con la condivisione di esperienze e di obiettivi.
Invertire i rapporti di forza, fare pressione sui confederali radicati nel loro immobilismo incapaci di assumersi quello che dovrebbe essere il loro ruolo di difesa dei lavoratori.
Per questo, il prossimo 17 maggio scenderemo in piazza con le nostre rivendicazioni per la manifestazione nazionale contro le privatizzazioni.
Coordinamento Operaio Ama
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