Free Press? Free Palestine!

Free Press? Free Palestine!

Questa mattina con tanti compagni/e romani abbiamo fatto visita alla redazione del giornale freepress Metro, il quotidiano più letto di Roma perché distribuito gratuitamente all’entrata delle stazioni Metro (e non solo). Questo imponente bacino di lettori non ha tuttavia indotto il direttore e la redazione ad esercitare sull’opinione dela gente una sana influenza su quanto accade a Gaza. Anzi. Non che ci aspettassimo che Metro o altri free press diventassero giornali antagonisti. Tuttavia l’equidistanza narrata dai media nostrani, compreso Metro, è imbarazzante. Appiattimento sulla versione sionista, giustificazione aprioristica della “reazione israeliana”, immedesimazione e compassione per i 3 coloni e poche righe incolori sui quasi 100 morti (civili, molti dei quali bambini) palestinesi. Questa ipocrisia ci fa schifo. E soprattutto è ora di rompere il muro del silenzio.

Di seguito il breve comunicato dell’azione e il lancio del presidio di domani.

La reazione della “democrazia” israeliana dopo il sequestro e la morte dei 3 coloni non s’è fatta attendere, ed ora gli effetti messi in moto dalla macchina da guerra sionista sono sotto gli occhi di tutti. Un centinaio di morti, per lo più civili e di cui la metà bambini; oltre 500 abitazioni ridotte a cumuli di macerie, raid ininterrotti in quella che sembra sempre più una comoda scusa per rimettere la popolazione di Gaza in ginocchio.

A fronte di tutto questo, di quello che si sta giorno dopo giorno tratteggiando come un vero e proprio genocidio, c’è una cortina di silenzio che sembra essere calata sui mezzi di informazioni occidentali; un silenzio omertoso ossequiato anche dal nostro Paese. La “doppia moralità” messa in campo dai media rappresenta l’ennesimo, grave atto di complicità con il sangue palestinese che Israele sta facendo scorrere per le strade di Gaza.

Così, mentre dei tre coloni sapevamo tutto (informazioni della loro vita privata e dei loro sogni) e mentre venivano contestualizzati in una narrazione simpatetica che produce ovvia immedesimazione – dei palestinesi morti si dipinge una massa indistinta, senza forma, oscura. Non sappiamo nulla di loro, dove lavoravano o studiavano, cosa facevano nel tempo libero, chi erano le loro famiglie, se qualcuno piangerà le loro morti. Sappiamo solo che, in fondo, anche se non c’entrano direttamente con l’omicidio, se la sono cercata.

Oggi portiamo questo sdegno nella  redazione del free press più letto di Roma, il quotidiano gratuito Metro, ovvero il giornale che – proprio per la sua gratuità e distribuzione capillare – è il nodo d’informazione più letto in Italia. Lo stesso giornale che aizzava la vendetta di Israele nel giorno del ritrovamento dei corpi dei coloni; lo stesso giornale che acriticamente segue il trend della narrazione tossica imposta dai media mainstream.

Oggi siamo qui, in delegazione, a parlare di come si dovrebbe fare informazione. Domani ci troverete in piazza, dalle 18, a Largo Corrado Ricci, per un presidio di solidarietà con il popolo palestinese che resiste all’imperialismo sionista e al terrorismo democratico.

PALESTINA LIBERA, ISRAELE TERRORISTA!