Buon anno, Gaza!
Vorremmo essere chiari fino in fondo, senza il timore di essere interpretati male, non capiti, fraintesi. Per tutti quelli che, dai giornali fino ai compagni più vicini, si domandano se questa solidarietà al popolo Palestinese non rischi di tramutarsi in un velato appoggio al movimento islamico “Hamas”, vogliamo cercare di dare una risposta, una risposta che cerchi di essere molto semplice e chiara.
Hamas è un movimento politico palestinese che tre anni fa ha democraticamente vinto le elezioni. Da quando è salita al potere, è stato oggetto di una delle più vergognose campagne diffamatorie che la storia ricordi. Emberghi, attentati, pressioni politiche; insomma questo movimento politico non doveva assolutamente governare. Aveva preso il posto di “Fatah” negli incubi dei governi israeliani e americani. La grave colpa che ha generato tutto questo sarebbe il lancio continuo, mai documentato fino in fondo nella sua reale ed effettiva consistenza, dei famigerati missili “Quassam” nella vicina città di confine di Sderot. Questo fitto e continuo lancio di missili ha prodotto una media di 2 o 3 (due o tre) morti l’anno israeliani. La risposta è stata, al di la delle migliaia di morti ammazzati nel corso dell’anno da attentati terroristici israeliani, quella di portare avanti una guerra che in un solo giorno ha prodotto 400 morti. Una guerra che, se possibile, ha aumentato ancora di più il grado di disperazione della popolazione palestinese.
Di fronte a tutto questo, discutere ancora della giustezza o meno della politica di Hamas stende un velo davvero pietoso su tutta la vicenda. Un velo di ipocrisia e di schifoso perbenismo che giunge dai comodi salotti occidentali che fa veramente ribrezzo. Il popolo palestinese muore, e qui l’intellighenzia nostrana riesce solo a produrre disquisizioni politiche sulle proproste più o meno buone di Hamas.
Lasciamo volentieri agli altri tali elucubrazioni politiche, quando la Palestina avrà un suo Stato e un suo governo che si autodetermineranno ne potremmo riparlare. Ma fino a quel giorno, noi sosterremo sempre e comunque chiunque lotti per l’indipendenza del popolo palestinese, al di la del modello politico immaginato dai vari movimenti presenti in Palestina.
Questo non vuol dire essere a favore del terrorismo, che noi rifiutiamo. Vuol dire affermare il sacrosanto diritto, per il popolo palestinese, di lottare per la propria sopravvivenza contro l’invasore israeliano.
INTIFADA FINO ALLA VITTORIA!