israeliani criminali di guerra
Antisemita. E’ questa l’odiosa etichetta che viene strumentalmente affibbiata da qualche tempo a questa parte a chiunque critichi il sionismo e l’espansionismo israeliano. Ci chiediamo cosa diranno adesso questi opinion-makers di fronte alla decisione presa ieri dall’ONU di condannare come un crimine di guerra l’operazione “Piombo fuso”. Un’aggressione militare che portò alla morte di oltre 1200 civili palestinesi in soli 22 giorni. Un vero e proprio massacro che però, almeno a giudicare dai voti espressi, non viene considerato tale dalle nazioni più ricche del mondo. Oltre allo scontato voto contrario degli USA, tradizionali sostenitori del colonialismo israeliano, il rapporto Goldstone ha ricevuto il niet anche da parte dell’Italia (il cui parlamento è ormai una camera aggiunta della Knesset) e l’astensione dell’Unione Europea e del Giappone. Un ostracismo che non ha influito sull’esito del voto ma che ha chiarito bene, per l’ennesima volta, “chi sta con chi”. A chiosa di questo post permetteteci di sottolineare le parole del ministro degli esteri israeliano che meglio di mille analisi definiscono la natura colonialista dell’aggressione israeliana. Eli Yishai, infatti, commentando a caldo il voto ha detto: chi ha votato si, sappia che la prossima volta toccherà alla NATO in Afghanistan o ai russi in Cecenia. Più chiari di così…
PALESTINA LIBERA