Il caso battisti e le solite due facce dell’Italietta
Crediamo che la recente querelle tra l’Italia e il Brasile riguardo la concessione dello status di rifugiato politico a Cesare Battisti abbia fatto riemergere prepotentemente le due facce più meschine di un Paese che ogni giorno che passa diventa sempre più piccolo e provinciale. Da una parte l’ipocrisia di una classe politica di nani e ballerine che non perde tempo ad accodarsi al linciaggio del “reietto”, salvo poi dimenticarsi di spiegare come sia possibile che nessun protagonista dello stragismo di stato sia stato mai condannato. Ci piacerebbe sapere perchè, ad esempio, l’italia non richiami l’ambasciatore dal Giappone, paese dove risiede Delfo Zorzi, responsabile materiale della strage di Piazza Fontana. O perchè (per passare di palo in frasca) il presidente Napolitano non si sia sentito in dovere di fare un “accorato appello” nei confronti del suo omologo israeliano chiedendogli di fermare il massacro a Gaza. O ancorà perchè nessun senatore dell’IDV si sia mai incatenato sotto l’ambasciata USA magari per chiedere l’estradizione di Lozano, oppure dei responsabili della strage del Cermis. Domande retoriche, direte voi, perchè alla fine dei conti ogni paese ha i politici che si merita. D’altro canto, però, altrettanto meschini si sono dimostrati gli “intellettuali” nostrani che, salvo rarissime eccezioni, hanno finito col rinchiudersi tutti in un pilatesco silenzio o, peggio ancora, hanno opportunisticamente preso le distanze dal collega scomodo. Ci riferiamo nello specifico a Roberto Saviano, che l’altroieri ha scritto al sito di Carmilla per ritirare la propria firma (leggi qui) da un appello per la liberazione di Battisti girato in rete qualche anno fa. Del resto, come spiega candidamente lo scrittore, l’appello risale a due anni prima dell’uscita di Gomorra. All’epoca era ancora un illustre sconosciuto e poteva esporsi, mentre oggi che il successo del libro (bellissimo) gli ha dato un’enorme notorietà bipartisan non può più farlo. Spiace particolarmente, perchè immaginiamo quanto coraggio sia stato necessario per sfidare la camorra e, proprio per questo, ce ne saremmo aspettati altrettanto nello sfidare i pregiudizi e i luoghi comuni.