Visti per voi: “I Love Radio Rock”
Dopo aver fatto impazzire i teenagers di mezzo mondo davanti ai suoi film, costruiti intorno alla fantastica figura di Hugh Grant (Notting Hill e Quattro matrimoni e un funerale), Richard Curtis saluta tutti e per questa estate decide di rituffarsi nei mitici anni ’60, ricostruendo l’apocalittica e colorata storia delle radio pirata che imperversavano sulle frequenze inglesi trasmettendo rock ‘n’ roll per ventiquattro ore al giorno. A fianco alla nascente Swinging London (una vera e propria rottura culturale con i costumi britannici in voga fino ai primi anni ’60) prende corpo la storia dell’emittente Radio Rock – un crogiolo di pazzie musicali e coloratissimi personaggi devoti alle sei corde -, la sala di trasmissione pirata che trasmetteva dal Mare del Nord. Un vero e proprio omaggio alla chiassosa vicenda della storica Radio Caroline e al suo principale interprete, l’irlandese Roman O’ Rahilly, che trasmetteva da una nave battente bandiera panamense riuscendo – nelle prime tre settimane di trasmissione – a catturare l’attenzione di oltre sette milioni di giovani inglesi ribelli. Dal primo brano trasmesso a largo del confine inglese (“Satisfaction” dei Rolling Stones), passando per i “niet” imposti alle radio clandestine e per le varie burrasche in alto mare, Radio Caroline chiuse i battenti solo nel 1990, non prima di aver brindato al proprio 25esimo compleanno e aver triplicato gli ascolti. L’omaggio di Curtis è un dono frizzante per un’estate cui si arriva dribblando mille divieti e saltando gli ostacoli imposti dalla nuova crisi globale. Una magica litania che cattura gli assatanati del rock, un lucido ritratto di chi vive secondo le regole del carpe diem; insomma, l’affresco di una generazione – simboleggiata dal giovane Carl, figlio di Quentin (il leader della banda) – che smetteva di gridare sottovoce chiusa a chiave nella cameretta.
La pellicola – dal ritmo incalzante, colonna sonora dal voto rotondo e impreziosita dalla fantastica interpretazione di Philip Seymour Hoffman (nei panni del “Conte”) – alterna due protagonisti alle scure immagini che ricordano i macchinosi trabocchetti architettati dal governo britannico: l’incessante roteare delle piastre nella sala di trasmissione e la costante vibrazione musicale che catapulta lo spettatore a bordo della nave; un mix perfetto tra musica e colori, tra sorrisi e vecchi ritornelli frettolosamente consegnati alle stanze del passato. Il prodotto, giustamente mantenuto in molte sale, è una divertente e spassosa commedia che ci lascia un dolce sapore di puro rock ‘n’ roll da gustare – con parsimonia – fino al termine dell’estate.