Di lavoro si muore perchè di precarietà si vive!
Ad oggi, 14 Gennaio, i morti sul lavoro segnano quota trentatrè (33). Trentatrè morti in 14 giorni, nel 2009, in Italia. Due morti al giorno, in questa guerra non dichiarata che ogni anno fa più morti della guerra in Iraq, come di ogni altra guerra. Una guerra civile combattuta da una sola parte, il capitale, e subita da un solo soggetto, il lavoratore. Una guerra di cui non se ne vede la fine. In attesa dei prossimi due morti di domani, come dei 1300 all’anno nel cuore dell’occidente sviluppato, post capitalista, post fordista, post industriale. Dove però chi continua a morire è chi lavora in fabbrica, nei cantieri o nelle campagne. Ma allora esistono? Ma allora esiste davvero ancora chi lavora materialmente, chi produce ricchezza dal suo lavoro di trasformazione della materia? Impossibile, saranno dei residuati storici che si ostinano a esistere mentre la società si evolve, va avanti, si fa sempre più immateriale…degli scherzi della natura sicuramente, non al passo coi tempi e con le nuove analisi. Ma intanto muoiono…