Tutti i tweet del deficiente

Tutti i tweet del deficiente

 

Si è giustamente contestato il tweet di Grillo di ieri mattina, quello che riproponiamo in apertura di questo post. Un tweet che denota e ribadisce, soprattutto per i più ostinati che continuavano a fare orecchie da mercante, quanto sia presente, viva e vegeta una tendenza non solo reazionaria ma anche razzista nelle politiche del M5S. Un dato confermato anche dal triste epilogo verso cui tendeva lo sfortunato tweet, ovvero quello di un’affannosa rincorsa alle retoriche della destra romana e nazionale: quelle che parlano di decoro e degrado, quelle che disumanizzano i migranti in nome di una non ben specificata priorità spettante agli italiani, quelle che fanno finire Roma Fa Schifo e la sua stucchevole narrazione in prima pagina del Corriere.

Il problema che non riescono a capire dalle parti del comico politico (e che stentano a capire un po’ nell’intero arco partitico italiano) è che questo gridare allarme sulla questione migranti, sui rom, questa voglia di ruspa e questi timori di scabbia, oltre ad essere facili esche per un paese che sente brontolare il suo ventre più molle, sono anche il risultato di una confusione (appositamente studiata) che inverte il rapporto causa-effetto. Utilizzare l’ariete “immigrazione” identificandola come emergenza e rimpallarsi la responsabilità di una corruzione giocata proprio sulle tangenti che hanno invaso il sistema dell’accoglienza e della gestione dei flussi migratori, significa ignorare che alla base del problema non c’è l’alternanza di un partito e di una giunta più o meno onesta, l’eco di una città che (stranamente) ignora come il 50% dei suoi rappresentati sia coinvolto in questo generale malaffare, ma la volontà politica di privatizzare il settore dell’accoglienza e consegnarlo in mano ad appalti pilotati, cooperative complici, sfruttamento legalizzato e fomento dell’istigazione all’odio razziale. Un sistema che si nutre e si riproduce non nella gestione criminale stessa, ma nella criminale idea di fondo che consegna al privato un capitolo (politico e di bilancio) che necessiterebbe di ben altra gestione.

Il Di Battista di turno, per il Corsera già prossimo inquilino al Campidoglio, non è una soluzione in questo senso, ma una linea di continuità più che sicura. La rincorsa del M5S è ora diventato galoppo all’attacco: fiutata la preda che sanguina al Campidoglio, saranno utilizzate le tecniche più disparate per accaparrarsi un consenso che tanto a livello romano quanto a livello nazionale sembra mancare sotto i piedi di Renzi e del Partito Democratico. Compreso, appunto, il mutuare dalla destra questo genere di elucubrazioni.

Ecco allora spiegato il tweet di Grillo (sulla natura del suo pensiero, d’altronde, ci eravamo già espressi qui e qui). Certo, da uno che ha costruito il suo esercito questurino e il suo consenso forcaiolo sui social e sul web una sciocchezza del genere, a onor del vero, non ce la saremmo aspettata. Ma tant’è. Chi di spada ferisce…