Lo Stato ha già scelto: Salvini ha bisogno di Renzi, Renzi ha bisogno di Salvini
Le cariche violente, indiscriminate, illegali di stasera a Roma sono il segno di un potere che garantisce le sue opposizioni ideali e spazza via tutto il resto. Salvini, da questo punto di vista, è l’alternativa perfetta al sistema “democratico”. Populista abbastanza per coagulare attorno a sé l’opposizione di centrodestra in questa fase di vuoto di potere, ma privo di quella credibilità necessaria ad esprimere la volontà di una “maggioranza”, ad essere insomma un competitor effettivo al governo “democratico”. Salvini è l’assicurazione sulla vita del governo Renzi, motivo per cui viene e verrà sempre più difeso oltre ogni legalità democratica. La prova l’abbiamo avuta per l’appunto oggi, quando è stato messo in campo un tentativo sicuramente determinato ma in fin dei conti pacifico e dimostrativo di occupare simbolicamente la Piazza del Popolo. Evidentemente, la possibilità di esprimere effettivamente il proprio dissenso non viene prevista dalla Questura romana, che da un lato domani garantirà ai neonazisti di Casapound di manifestare nella stessa piazza dove partirà il corteo dei movimenti, mentre oggi vieta con la violenza agli stessi movimenti di presenziare simbolicamente, e il giorno prima, la piazza scelta per la manifestazione fascio-leghista. La più trita dinamica dei due pesi e delle due misure. Mai nella storia di questo paese ad un’organizzazione neofascista era stata concessa la stessa piazza delle forze democratiche, nello stesso giorno e con solo due ore di scarto, sugellando la direzione politica di una polizia incontrollabile, vero potere politico parallelo a quello ufficiale. Succede oggi, testimoniando la resa di ogni possibile discorso sui diritti e sulla natura “antifascista” della Costituzione e delle istituzioni. Chiacchiere spazzate via dai manganelli di poche ore fa a piazzale Flaminio, dove circa 500 manifestanti del percorso “MaiConSalvini” si erano dati appuntamento. Roma non vuole Salvini, così come non vorrà l’infame Le Pen ad aprile, e questo rifiuto non potrà continuare ad essere gestito solo attraverso l’ordine pubblico, le cariche, mentre dall’altro lato si legittimano le formazioni neofasciste di tutta Europa. Siamo di fronte ad un cambio di paradigma per la storia politica del paese. La legittimazione democratica e antifascista sta crollando sotto i colpi della marginalità di un movimento incapace di assumersi l’onere degli eventi, mentre dall’altro lato il sistema “democratico” legittima le opposizioni reazionarie in quanto funzionali al suo sistema di potere. La storia corre veloce di questi tempi, e quando si sarà riassestata attorno ad un paradigma post-antifascista anche nelle forme, ci ritroveremo più deboli di prima. Tutti quanti, nessuno escluso. Le cariche di stasera non sarebbero state possibili un tempo. Oggi lo sono, con il consenso unanime del quadro parlamentare.