E venne il giorno…
Neanche il tempo di appassionarci alla prossima farsa elettorale e subito si scoprono le carte delle alleanze e degli obiettivi politici di alcuni noti attori dei circo politico. Roba da non curarsene, se non fossero proprio quei soggetti a cui qualcuno, dalle nostre parti, voleva delegare il voto e la propria rappresentanza. A dire il vero, è già qualche tempo che anche i più scafati teorici dell’antiberlusconismo di movimento hanno capito di essere fuori posto e fuori dalla storia. Fino ad un certo punto, però. Ancora recentemente ricordiamo gli inviti a votare Ingroia e la sua “rivoluzione civile”, ed è utile ricordarlo oggi che esce un libretto a quattro mani, fra il nostro rivoluzionario e Caselli, dove una parte importante del testo è destinata a giustificare la repressione in val di Susa. Si, proprio l’ex magistrato che voleva farsi nuovo paladino contro la ca$ta e lottare per i “benicomuni”, oggi pubblica un libro in cui si ammette la giusta repressione della resistenza piemontese contro l’alta velocità. Buono a sapersi. Il problema è che, come sempre, l’importante era rendersene conto prima, non dopo l’ennesimo insuccesso elettorale, forti del senno di poi della corsa ad attaccare colui che fino al giorno prima ci veniva invitato a votare.
Guarda caso, proprio oggi esce un’interessante articolo su Vendola, intitolato proprio così: “Svolta di Vendola, il futuro di SEL è la federazione con i democratici” (qui). Nel sottotitolo, ancora più chiaramente, si definisce l’obiettivo politico del caro leader di tutti i radical chic del bel paese: “E già di pensa a un correntone di sinistra con Fassina”. Nientemeno. Anche qui, che SEL fosse una costola del PD, e che avesse come obiettivo quello di entrare a farne parte come corrente di sinistra, era ampiamente leggibile e largamente previsto. Quello che però manca, in tutto questo, è il momento dell’autocritica, quell’attimo in cui ci si ferma e si ammette di aver sbagliato, che magari si è valutato politicamente male la vicenda, e che alle prossime elezioni cambieremo strada, eccetera. Perché senza metabolizzazione delle ragioni della sconfitta, il prossimo passaggio sarà l’ennesima sconfitta. Esattamente quello che sta emergendo con l’endorsement “negriano” per Syriza e il suo segretario, Tsipras, individuato come l’ennesimo leader che porterà le ragioni della sinistra a trionfare nell’agone europeo. Torneremo ancora sull’ennesimo abbaglio di chi continua a legittimare le istituzioni dell’Unione Europea scambiandole per la dimensione europea delle lotte. Per il momento consigliamo invece il pezzo di contropiano, ottima risposta al riformismo socialdemocratico di Negri e Mezzadra.