Il Pdci e l’antifascismo ai tempi della rete
Se non li conoscete guardateli un minuto, li riconoscerete dal tipo di saluto, inizia così una delle più celebri canzoni antifasciste di Fausto Amodei, un suggerimento tutt’ora valido e che oggi, ai tempi della rete, potrebbe essere tranquillamente aggiornato con un più comodo cercateli su google. Scriviamo questo perchè gironzolando sul web ci è capitato di imbatterci in una “curiosa” inizativa a sostegno della Siria che si dovrebbe tenere il prossimo 16 novembre a Terni e che sarà promossa dal Pdci e dall’Associazione “I primi della strada” insieme a… Stato e Potenza. Ora va bene (si fa per dire) la “distrazione” degli organizzatori, va bene pure (si fa sempre per dire) la non approfondita conoscenza del microcosmo fascista, ma quando si invita qualcuno in casa propria, in questo caso nei locali della propria federazione, sarebbe cosa buona e giusta almeno informarsi su chi è, su che cosa fa e da dove viene. Almeno per evitare colossali figure di merda come questa. Non sappiamo se la federazione ternana del Pdci abbia accesso alla rete, immaginiamo di si visto che possiedono un profilo facebook (qui), in tal caso ci sentiamo di poter dire che sarebbe bastato digitare nomi e sigle su un qualsiasi motore di ricerca per rendersi conto con chi si aveva a che fare. Su “Stato e Potenza” non ci dilunghiamo troppo, in rete si trova di tutto e di più (qui per esempio) ed anche noi alcuni mesi fa abbiamo provato ad analizzare il fenomeno del “rossobrunismo” (qui) e i rinnovati tentativi di infiltrazione nel campo dell’estrema sinistra. Quello che forse più ci lascia perplessi sono però i relatori, in questi casi infatti i curricula personali valgono più di mille grafiche o slogan “realsocialisti” piazzati sul proprio sito per confondere qualche visitatore distratto o nostalgico. Il primo che balza agli occhi e senza dubbio il signor Ramadan, che gli organizzatori descrivono come un “comunista italo-siriano”. Ouday Ramadan è impegnato da mesi insieme con quella compagnia di giro che risponde al nome di Fronte Europeo per la Siria in un tour che l’ha portato a visitare numerose sedi fasciste, non ultima casapound. Per chi non lo riconoscesse qui è quello con il microfono
Qui è invece insieme a Feola ($empre domani) sul palco di Area 19
e qui invece è a Damasco insieme con Di Stefano (Ca$apound) e la delegazione del FeS
Non siamo certo noi a dire che i comunisti non debbano entrare nelle sedi fasciste, anzi, crediamo però che quando lo fanno lo debbano fare con una tanica di benzina in mano e non certo con un microfono tra baci e abbracci.
Di Stefano Bonilauri poi che dire se non che fa parte di quel (minuscolo) cosmo di “euroasiatici” che fa riferimento a Claudio Mutti (leggi) per conto del quale dirige la collana “Gladio e martello” (vedi) della casa editrice “Edizioni all’insegna del veltro” capace di pubblicare indistintamente testi su Ceaușescu e Codreanu e di cui mostriamo sotto un “interessantissima” pubblicazione
Sappiamo bene che la lotta contro l’aggressione imperialista alla Siria è una battaglia sacrosanta e fondamentale. Sappiamo pure che il deficit di internazionalismo di una certa sinistra, sempre più irretita dalla campagne dirittoumaniste dell’informazione mainstream, sta lasciando un vuoto enorme. E sappiamo che la politica, come la natura, aborrisce il vuoto. Se tu arretri, gli altri avanzano. Proprio per questo oggi più che mai occorre essere particolarmente attenti, e vigili. Ma si può essere, anzi si deve essere, antimperialisti senza diventare caricature di noi stessi. Per tirare fuori queste quattro infomazioni non serviva chissà quale inchiesta antifascista ma sarebbero bastati un computer e qualche minuto di pazienza, sempre che se ne avesse la voglia o se ne sentisse la necessità, in caso contrario ci tornano in mente le parole di Goethe: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, e se so di che cosa ti occupi saprò che cosa puoi diventare.