Fuori la NATO dall’Italia, Fuori l’Italia dalla NATO!
Oggi, Sabato 30 Marzo è stato convocato a Niscemi (CL) un appuntamento nazionale di opposizione popolare al Mobile User Objective System, il MUOS, un sistema militare di controllo e comunicazione composto da satelliti e stazioni di terra posti nei quattro angoli del mondo dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che ha pensato di collocare l’ultimo nodo di questo sistema proprio a Niscemi, dove già dal 1991 è presente il NRTF – Naval Radio Transmitter Facility – che si compone di ben 41 antenne militari. Soprassediamo sulle decine e decine di studi che dimostrano come queste strumentazioni – sia il MUOS che il NRTF – abbiano un impatto devastante sull’ambiente e sulle persone, essendo comprovatamente causa di tumori e leucemie.
Dalla Val di Susa a Niscemi, da Aviano a Sigonella, dire a piena voce no al Muos e no alle basi americane vuol dire opporsi con forza all’ennesimo tentativo di stupro della nostra terra: significa non solo difendere la salute e l’ambiente, ma rivendicare autodeterminazione e sovranità popolare sulla Sicilia e sull’Italia. Vuol dire rifiutare l’ennesimo strumento di morte e distruzione con il quale il Capitale, sotto le mentite spoglie dell’ “intervento umanitario” e delle “missioni di pace” massacra terre,culture e popoli sull’altare del Profitto.
Dire no a tutto questo significa vederci chiaro anche sul ruolo della borghesia italiana, che pur di potersi identificare nel patto atlantico non si fa problemi ad inginocchiarsi sotto il tavolo apparecchiato con la tovaglia a stelle e strisce, nel leccare i piatti e nel rosicchiare le briciole che cadono dall’alto: nel frattempo chi siede a capotavola, si ingozza divorando la nostra terra, ormai triste colonia e squallida portaerei americana.
Gli isterismi della borghesia nazionale per la questione dei due Marò, non fanno che palesare la nulla considerazione che questa riceve nel panorama internazionale ed all’interno dello stesso schieramento atlantico.
C’è voluto Beppe Grillo – con un lungo sospiro di chi scrive – per ricordare agli italiani che sul Bel Paese sono presenti oltre cento basi e presidi militari americani: gli yankees, dal canto loro hanno immediatamente cercato di aggiungere le strisce al Movimento 5 Stelle, prima indicando nel grillismo “un esempio da seguire” (David Thorne agli studenti del Liceo Visconti di Roma) poi aprendo le porte delle base di Sigonella ad alcuni parlamentari del M5S a cui è stato assicurato dal console americano Donald Moore il rispetto della giurisdizione italiana e l’istituzione di un comitato scientifico il cui parere determinerà – dicunt – l’eventuale installazione delle nuove antenne.
Ora, aldilà dell’evidenza del tentativo yankees di ammorbidire il malcontento popolare e l’avversione nei loro confronti che sta andando ad allargarsi, siamo convinti che non sempre sia abbastanza dire “non un passo indietro”. Serve piuttosto un passo in avanti, verso la consapevolezza che la questione americana è una questione centrale nella lotta per la riconquista della sovranità nazionale, la quale non potrà svilupparsi senza la cacciata dei maiali a stelle e strisce dalla nostra terra, e verso una consapevolezza collettiva sul ruolo di questa in funzione dell’emancipazione delle classi popolari e della costruzione del socialismo in Italia.
“Fuori gli americani!“
“Yankee yankee yankee tornatevene a casa, Yankee yankee yankee levatevi di qui!”