Chi ha compagni non muore
Oggi si sono svolti due funerali, molto diversi e molto lontani fra loro, e che però ci sembrano uniti da un filo rosso che li lega idealmente insieme. In Venezuela il popolo delle favelas e dei contadini ha seppellito il suo Comandante, mostrando al mondo la rabbia degli oppressi per la perdita di una delle sue voci più forti e più lungimiranti. Nonostante tutte le contraddizioni di Chàvez e del movimento bolivariano, esso ha rappresentato – e ancora rappresenta per molti popoli in lotta – il punto di riferimento politico della loro liberazione dal colonialismo e dall’imperialismo. Un processo democratico radicale, progressista, maggioritario. Se c’è una sinistra che ha saputo raccogliere i suoi cocci e ripartire innovando il suo messaggio, e che ha saputo vincere, questa è proprio la sinistra latinoamericana, dalla quale dovremmo solo umilmente imparare per provare a rinascere. Il processo bolivariano ne rappresenta la punta più avanzata, e Chàvez era la punta più avanzata di questo processo.
Dall’altra parte del mondo, in una periferia romana bagnata dalla pioggia, all’interno di un palazzo conquistato alla speculazione dalle lotte sociali di questa città, i compagni rendevano l’ultimo saluto a Giorgio Frau, comunista. Un funerale semplice, ma non per questo dimesso. Un emozione che ha voluto espimersi sottovoce, ma non per questo meno potente. Eravamo in tanti anche oggi, a dimostrare che, nonostante tutto, c’è ancora un filo rosso che ci lega e ci tiene uniti.
Due figure, certamente distanti, ma che rientrano a pieno titolo nella nostra idea di lotta di classe. Due combattenti, due compagni, mossi dallo stesso ideale e dalle stesse condizioni di vita. Due comunisti.
Ciao Compagno Hugo Chàvez Frìas, Ciao Compagno Giorgio Frau
Il Nostro Giorno Verrà!