Vota Anto’, vota Anto’… vota Antonio
Come scrivevamo gia qualche settimana fa (leggi) con ogni probabilità la prossima primavera saremo chiamati a votare per le prime elezioni amministrative nazionali, una nuova competizione elettorale che sostituirà le ormai obsolete quanto inutili elezioni politiche. A partire da quel giorno Palazzo Chigi verrà occupata da quello che potremo definire il primo Sindaco d’Italia che andrà a prendere il posto del Primo Ministro, una figura evidentemente non più funzionale ai processi di valorizzazione del Capitale. Proprio come il primo cittadino di una qualunque città il neo Sindaco d’Italia sarà investito del potere di deliberare su qualche regolamento, potrà decidere dove mettere una fontanella o quanti soldi investire sulla festa del santo Patrono, volendo potrà anche mettere bocca sulle luminarie per Natale, ma non potrà più, in alcun modo, aver voce in capitolo sulle politiche economiche del Paese. Il recinto entro il quale ogni coalizione potrà muoversi verrà stabilito prima, altrove, e non potrà essere superato. I contendenti potranno cioè dividersi e scannarsi su DICO, PACS, eutanasia, fecondazione eterologa e bioetica ma avranno programmi economici prestampati e certificati dai banchieri di Bruxelles. A ribadire questo concetto, dopo la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio e la ratifica del fiscal compact da parte del parlamento italiano, sono arrivate pochi giorni fa le dichiarazioni di Draghi sulla disponibilità della BCE a intervenire “illimitatamente” sul mercato secondario dei titoli di stato a patto che i paesi richiedenti accettino di sottostare alle “severe condizionalità” che questi aiuti comportano. E tanti saluti alla sovranità, anche a quella formale. Nelle prossime settimane Monti convocherà a Roma un vertice straordinario con tutti i capi di stato europei per contrastare ciò che lui definisce “il crescente populismo che si trasforma in un sentimento anti Europa”, forse sarebbe il caso di autoinvitarci, che dite?