Monti, i mercati e Galactus all’attacco dell’Europa…
Chi ha una qualche dimistichezza con i comics avrà avuto più volte modo di imbattersi in Galactus, il “divoratore di mondi” creato dalla matita di Jack Kirby e dalla fantasia di Stan Lee nel 1966. Si tratta di un’entità metafisica, senziente, che si nutre di pianeti e da cui dipende l’equilibrio stesso del complesso universo Marvel. Secondo i suoi stessi ideatori Galactus non ha una morale nè un etica perchè egli è al di là del bene e del male, è una forza del cosmo ed in quanto tale non può essere che oggettivo e imparziale. Non si può sconfiggere nè lo si può arrestare, al massimo si può provare a convincerlo ad indirizzare altrove i suoi appetiti, compito che nella storia del fumetto americano è spettato soprattutto ai Fantastici Quattro. Ad annunciarne l’arrivo, e dunque la triste sorte per il pianeta prescelto, è poi un altro superessere, anch’egli equanime ed obiettivo: l’araldo. Scriviamo questo perchè nel discorso ideologico dominante il ruolo che Kirby e Lee immaginarono per Galactus è oggi assegnato con altrettretanta fantasia ad un’altra “entità superiore”, anch’essa “obiettiva”, “razionale”, “infallibile” e dunque insindacabile: i mercati. <Bisogna convincere i mercati.> <Faremo le riforme, ce lo chiedono i mercati.> <I mercati hanno apprezzato la manovra correttiva.> <Il nuovo esecutivo incontra il favore dei mercati.> Quanti titoli del genere abbiamo letto in questi mesi? Quanti frasi come queste ci siamo sentiti riproporre come dei mantra salvifici? Un vero e proprio processo di soggettivazione (c’è da scommettere che prima o poi inizieranno a scriverli con la M maiuscola) di quel coacervo di fondi di investimento e conglomerati bancari che ha come unico scopo la speculazione finanziaria e a cui viene irrazionalmente demandata, di fatto, ogni scelta di politica economica. Si tratta ovviamente di un’impostura ideologica, intesa qui come falsa coscienza, tesa ad imporre come oggettivo ciò che oggettivo non è. Negli ultimi mesi i lavoratori italiani hanno subito una manovra economica dietro l’altra, una peggio dell’altra, in nome di questi fantomatici mercati e dei sacrifici che secondo lorsignori sarebbero stati necessari ad accontentarli. Andiamo a memoria: è stata alzata l’IVA, è stata aumentata l’età pensionabile, è stata reintrodottà l’ICI, sono stati reintrodotti i ticket, è stata predisposta la privatizzazione di ciò che di pubblico restava, il costo della vita è schizzato alle stelle mentre i salari reali non fanno altro che diminuire; eppure il famigerato spread, a cui risulterebbero appese le sorti del debito pubblico, non accenna affatto a calare. Anzi, ieri l’agenzia di rating “Standard and poor’s” ha ulteriormente declassato l’Italia facendo lievitare i rendimenti dei titoli del debito pubblico. Oggi dalle pagine del Corsera Mario Monti ci avverte che tutto questo starebbe in realtà accadendo perchè “l’Europa è sotto attacco” non accorgendosi (forse) di quale corto circuito alimenti un discorso del genere. Ci verrebbe infatti da chiedere al tecnico di Montecitorio: sotto attacco di chi? E per quale ragione? Ad attaccarci non saranno mica quei “mercati” per nome e per conto dei quali Lei c’ha imposto la sua manovra lacrime e sangue? Non vorranno mica spolparci vivi speculando su quel debito che loro stessi hanno alimentato? E se è così, tanto per rimanere all’esempio da cui siamo partiti, non sara mica lei l’araldo venuto ad annunciare l’arrivo di Galactus?