L’occupazione e la disoccupazione in Italia e nel resto d’Europa

L’occupazione e la disoccupazione in Italia e nel resto d’Europa

 

Da molto tempo tutti i giornali, i politici e le istituzioni pubbliche ci informano che la disoccupazione in Italia è perfettamente in linea col resto d’Europa, con numeri assolutamente migliori di quelli (ad esempio) della Spagna, nonchè di altri grandi paesi. Insomma, creiamo lavoro come e quanto il resto del continente. Ma le cose stanno davvero così? Il senso comune direbbe di no, e la retorica gridata dai giornali che denunciano masse di cittadini alla ricerca di un lavoro all’estero, rappresentano una contraddizione abbastanza palese. Come fare a districarsi fra una serie di numeri che ci sosterrebbero in linea con l’Europa che conta, e una sensazione che qualcosa non quadri? Anche qui, per fortuna, una più attenta analisi dei dati (accessibile a chiunque) ci mostra come stanno davvero le cose.

Quanti lavorano effettivamente in Italia?

 

Anzitutto, l’Italia è il paese europeo col minor tasso d’occupazione. Lavorano, nel nostro paese, “solamente” il 56% dei cittadini. Nel resto d’Europa i cittadini occupati stanno tutti fra il 65 e il 70%. In Spagna, poi, gli occupati sono il 58,6%. In Spagna, dunque, si lavora più che in Italia, nonostante la retorica para-nazionalista di una nostra presunta superiorità.

Quasi una persona su due quindi è senza lavoro. Al netto dei pensionati, bambini e di chi non ha bisogno di un lavoro, un enorme numero di persone vorrebbe lavorare ma non può. Ma che non rientra nelle statistiche “ufficiali”. E si perché in Italia esiste solo un metodo per poter essere censiti come disoccupati: l’iscrizione al centro per l’impiego (gli ex uffici di collocamento), che ti rilascia il (famigerato) certificato di disoccupazione. Quanti sono gli iscritti ai centri per l’impiego? Ovviamente, pochi lo sanno, e chi lo sa si guarda bene dal rendere effettivamente pubblici e consultabili tali numeri. Tutto questo però ci porta, come dire, a diffidare un poco dalle statistiche che vengono poi effettivamente fornite, e su cui oltretutto i politici di turno schiamazzano pubblicamente.

L’enorme massa di disoccupati

 

Detto questo, tiriamo un po’ le somme: a fronte di più di 60 milioni di abitanti, lavorano in Italia circa 32 milioni di cittadini. Anche questo, però, è un dato da prendere con le pinze. Anzi, in realtà è palesemente falsato dal fatto che vengono contati come occupati anche i lavoratori in cassa integrazione. Che in Italia sono più di un milione, di cui più della metà a zero ore. Come tutti quanti sappiamo, la cassa integrazione rappresenta l’anticamera del licenziamento; o meglio, nel caso della CIG a zero ore, si tratta di un vero e proprio licenziamento mascherato, attenuato (per fortuna) solamente dalla cassa integrazione, strumento di welfare statale che non pesa sulle aziende. Che infatti, non hanno alcuna remora a mettere più lavoratori possibili in CIG.

A fronte di questo, quindi, sono occupati in Italia circa 30 milioni di lavoratori. Dunque, ci sono 30 milioni di persone che non lavorano. Di questi, i pensionati sono circa 16 milioni. Mettendo da parte anche i pensionati, ci sono in Italia 14 milioni di persone che non lavora. Togliendo anche la fascia di popolazione sotto i venti anni (e ci teniamo larghissimi, visto che in molte zone del paese a 16 o a 18 anni già si lavora) – circa 8 milioni di persone – è presente in Italia l’incredibile numero di 6 milioni di persone, che è in età lavorativa ma non lavora, e però non viene conteggiata dalle statistiche.

Dunque, al netto di queste riflessioni, esistono almeno altre cinque (anche qui siamo buoni e togliamo un milione di persone che non ha bisogno di lavorare perché ricca o per altri motivi) milioni di persone che sono effettivamente disoccupate ma che non vengono conteggiate nel novero dei disoccupati e nel calcolo della disoccupazione “ufficiale”. Facendo aumentare notevolmente le percentuali di disoccupati nel nostro paese, che è già, come abbiamo detto, il paese con minor occupazione in Europa.

I dati ufficiali e quelli reali

 

I dati ufficiali ci parlano di circa un 9% di disoccupati in Italia. Abbiamo visto com’è calcolato tale numero, senza neanche accennare che fra i disoccupati non sono conteggiati gli inoccupati, cioè coloro che non hanno un lavoro, vorrebbero averlo, ma non lo stanno “attivamente” cercando. Oltre a questo, sono considerati in Italia “occupati” anche coloro che nel corso dell’anno hanno avuto un contratto a tempo determinato, e che però magari non gli è stato rinnovato e sono mesi che non lavorano. A questo 9% bisognerebbe quindi aggiungerci un altro 6%, cioè quei 5 milioni di disoccupati non conteggiati. Raggiungendo così la cifra del 15% di disoccupazione. Cifra che si avvicinerebbe alla realtà, almeno ad una realtà statistica, come sappiamo fortemente influenzata dalle modalità di calcolo di questa occupazione.

In sintesi

 

L’Italia è il paese che ha il tasso d’occupazione più basso (56%) e il tasso di disoccupazione più alto (come abbiamo visto, quello reale raggiunge il 15%), di tutta l’Unione Europea. E, nonostante questo, sono dati comunque da prendere con le molle, consci che sono falsati appunto dal concetto di lavoro e di occupazione vigente per le statistiche, concetto che è molto distante da quello esistente nella società reale. Ebbene, qualcuno può ancora oggi affermare che l’Italia è in linea con l’Europa, anche per quanto riguarda la questione della disoccupazione?

 


[1] http://www.emiliaromagnalavoro.it/news/archivio/occupati-e-disoccupati-in-italia-i-dati-di-gennaio-2011

[2] http://www.sapienza-finanziaria.com/2010/11/ripartizione-per-fasce-di-eta-della.html

[3] http://www.centromaderna.it/news_dettaglio.php?num=3244

[4] http://www.lettera43.it/economia/macro/34243/cassa-integrazione-1809-da-ottobre.htm

[5] http://static.blogo.it/polisblog/il-tasso-di-disoccupazione-in-italia/Disoccupazione.jpg

[6] http://www.almalaurea.it/universita/altro/storia2001/img/image014.gif