dicono i muri
E’ ormai evidente come la lettera inviata questa estate dalla BCE al Governo Berlusconi sia diventata il programma politico di quella sorta di Giano bifronte rappresentato dal sinistra-centro-destra. Casini ha assunto la missiva di Draghi e Trichet come discrimine per le future alleanze elettorali, Berlusconi la usa come una clava per poter finalmente abrograre l’articolo 18 e innalzare ulteriormente l’età pensionabile, un pezzo del PD annuisce convinto ammonendo Bersani a non fare il “brontosauro” e a mostrare il suo profilo più “europeo”, nel mentre Napolitano ricorda che chi governa deve fare scelte antipopolari… e pensa che scemi noi a credere che la democrazia significasse esattamente il contrario. Insomma, sulla ciccia, sulla sostanza, sono tutti d’accordo. Ora si tratta solo di vedere chi rimarrà col cerino in mano e sarà poi costretto a fare le riforme “lacrime e sangue” che la Commissione Europea e la BCE ci chiedono pagando poi pegno alla prossima tornata elettorale. Le farà il moribondo governo Berlusconi? Ci penserà il governo tecnico di unità nazionale? Oppure sarà necessario un governo che tenga dentro anche l’a-sinistra e la CGIL così da tener buoni i lavoratori? Chi vivrà vedrà. Nel frattempo noi, senza sape’ nè legge nè scrive’, ci portiamo avanti col programma: NO al governo BCE. Di qualunque colore sia.