la vittoria di Pirro dei padroni (e dei loro servi)
Gli operai di Mirafiori hanno votato NO. Nonostante i ricatti di Marchionne. Nonostante la campagna mediatica monocorde. Nonostante l’appoggio bipartisan di PD e PDL. Nonostante i tentennamenti della Camusso. GLI OPERAI DI MIRAFIORI HANNO VOTATO NO. Su 5139 votanti 2735 si sono espressi per il SI, 2325 per il NO, mentre le schede bianche o nulle sono state 79. Ma se a questi numeri sottraiamo il voto dei colletti bianchi, dei capi, degli ingegneri, dei cronometristi, insomma di chi campa sulle spalle di chi lavora, allora la situazione si ribalta. Perchè, dati alla mano, gli impiegati hanno votato compatti per il SI, 421 contro 20. Per cui se sottraiamo questi numeri a quelli complessivi si possono facilmente esplicitare i dati del voto operaio: 2305 NO e 2314 SI. Crediamo che questo sia un risultato enorme, soprattutto se si considerano le condizioni di ricatto in cui è maturato, un punto da cui ripartire. Per il padronato e per i suoi servi si tratta invece di una vittoria di Pirro, uno smacco. Perchè al di la delle dichiarazioni di facciata questi signori sanno bene che in una situazione del genere la fabbrica è difficilmente governabile. Perchè anche chi ha votato a favore dell’accordo lo ha fatto perchè costretto dalla paura e perchè il sindacalismo giallo ha dimostrato ancora una volta di non rappresentare o controllare quasi nessuno. L’imperatore Marchionne sarà quindi costretto a fare i conti con i ribelli, come nella cartografia dell’antica Roma negli uffici del Lingotto dopo Pomigliano compariranno leoni anche sopra Mirafiori, per indicare che quella fabbrica non è stata pacificata, che dentro ci sono operai che hanno lottato e che continueranno a farlo. Hic sunt leones.