Aguzza la vista…
Quella a sinistra è la manifestazione organizzata dal collettivo studentesco Senza Tregua lo scorso 23 novembre a Roma. Quella a destra è la “manifrustrazione” dei blocchinari del 7 maggio. Pur non volendo confondere la merda (fascista) con la cioccolata (rossa) vi invitiamo ad aguzzare la vista e scovare le 5 “piccole” differenze. I più pigri troveranno di seguito la soluzione…
Prima differenza. A sinistra una bella e combattiva manifestazione cittadina che sfila per le strade della capitale raggiungendo il ministero della pubblica istruzione, obiettivo ineludibile per ogni mobilitazione e vertenza studentesca. A destra un tristissimo sit in nazionale (e ribadiamo nazionale) stanziale, stantio (come le “idee” che vi circolavano) e lontano da ogni scuola o università di Roma (ma molto vicino alla questura di via Genova).
Seconda differenza. A sinistra una manifestazione che, nonostante non sia stata autorizzata, travalica ogni divieto ed impone la propria legittimità. Il sangue nuovo che scorre nelle arterie della metropoli. A destra il patetico risultato di chi, di fronte ad un impedimento, è andato ad elemosinare permessi piangendo in ogni ufficio del PDL e del ministero degli interni.
Terza differenza. Sicuramente quella più evidente e significativa. A sinistra 5000 studenti delle scuole medie superiori di Roma. A destra 500 (un decimo) militanti blocchinari provenienti da tutta Italia.
Quarta differenza. A sinistra il risultato di un impegno militante significativo, fatto di mattinate passate a volantinare per le scuole e di nottate passate ad attacchinare striscioni, a fronte di un impegno economico modesto (90 euro di flyer). A destra la dimostrazione che nonostante i migliaia di euro investiti in manifesti a 4 colori e in pullman a noleggio c’è poco da fare, se un’idea non vale un cazzo… non vale un cazzo.
Quinta differenza. Se metti insieme i primi quattro punti a sinistra ottieni una manifestazione riuscita e a destra l’ennesimo flop di ca$aclown.
PS Prima di fare questo post eravamo indecisi se ritornare o meno sul fallimento di Polacchi e soci, chiedendoci se fosse il caso di non curarci di loro, ma guardare e passare oppure se fosse più utile bastonare il cane che affoga. Dovevamo scegliere, o Dante o Mao, e come avrete capito… siamo maoisti!