La solidarietà è un’arma, usiamola!
Ancora una volta la magistratura dimostra di considerare l’antifascismo e l’antirazzismo militante una pratica illegale, anziché la normale quotidianità di un Paese che si consideri democratico. Ancora una volta la strategia repressiva non si accontenta delle conseguenze legali di sentenze comminate con grande allegria e leggerezza, ma pretende anche di colpire le tasche di compagni proletari, come il più viscido dei serpenti. A farne le spese i compagni di Ravenna, dei quali riportiamo integralmente il comunicato e ai quali manifestiamo tutta la nostra solidarietà.
Ravenna, pesante condanna per antifascismo! Non saranno i Tribunali borghesi a fermarci!
Il Tribunale di Ravenna, nella persona del giudice Galassi, ha condannato Diano Enzo del circolo di proletari comunisti e coordinatore dello slai cobas per il sindacato di classe ad una pena pecuniaria di 3000 euro totali per antifascismo! La compagna antifascista è stata assolta per non aver commesso il fatto. Il pm aveva chiesto 900 euro di multa per ciascun compagno e la parte civile addirittura 5000 euro! La sentenza condanna l’esponente di proletari comunisti e dello slai cobas per il sindacato di classe a pagare 1000 euro al fascista, 1000 euro alla parte civile a titolo di risarcimento danni e altre 1000 euro per le spese legali! Il Tribunale di questo Stato ha dato ragione alla denuncia del fascista Paolo Casadio per lesioni (art. 582 c.p.) non volendo accogliere le ragioni politiche e morali che hanno portato tanti antifascisti e immigrati ad impedire una provocazione fascista e xenofoba autorizzata dalla Questura davanti al seggio elettorale per la Consulta immigrati a Lido Adriano (Ravenna), il 15/06/2008. Il sindaco dell’amministrazione comunale di “sinistra”, Matteucci, aveva immediatamente rilasciato dichiarazioni sulla stampa che avrebbe denunciato i cori razzisti ma, in realtà, non ha fatto nessun passo in quella direzione. Ancora una volta la sinistra di palazzo cerca di darsi un’immagine progressista con il simbolico diritto di voto agli immigrati e, contemporaneamente, ha autorizzato la contestazione di questo diritto da parte di un gruppetto neofascista, che può agire grazie al clima politico antimmigrati creato dai provvedimenti razzisti del governo Berlusconi-Bossi. Così, ancora una volta, i fascisti vengono protetti dalla polizia nelle piazze e legittimati dalle istituzioni. Con quelle scelte scellerate hanno trasformato in un problema di ordine pubblico una mobilitazione spontanea e di massa di solidarietà e mobilitazione antirazzista e antifascista. Hanno voluto colpire proletari comunisti e lo slai cobas per il sindacato di classe in prima fila in quella battaglia politica per dare un segnale repressivo a tutto il movimento antifascista e di incoraggiamento ai fascisti (basta una regolare richiesta di manifestazione per potere incitare all’odio razziale e reprimere, così, gli antifascisti!). La denuncia politica è stata fatta con un presidio davanti al Tribunale alla mattina alle 8 promosso da proletari comunisti a cui ha aderito il Coordinamento Antifascista romagnolo con la presenza di compagni antifascisti di Forlì e Cesena. Una denuncia portata nell’aula del Tribunale dall’avvocato degli imputati, Monica Miserocchi , che, davanti al giudice che l’ha considerata irrilevante, ha ricordato come sia stata quantomeno singolare l’autorizzazione a questa provocazione fascista davanti al seggio con maggiore affluenza di immigrati. Ogni qualvolta che l’antifascismo viene praticato la polizia carica, arresta, denuncia. E poi seguono i processi e le condanne. Il diritto borghese pretende di applicare le sue norme senza tenere conto del contesto e delle motivazioni della mobilitazione antifascista. Ma lo Stato borghese “dimentica”-stranamente?-di applicare le sue stesse leggi, la Costituzione, la legge Scelba, la legge Mancino contro i fascisti e l’odio razziale. Dai Tribunali assistiamo al solo giudizio “tecnico” e così le ragioni dell’antifascismo vengono messe sullo stesso piano delle iniziative dei fascisti (gli “opposti estremismi”). La sola difesa legale è debole per respingere l’attacco repressivo. E’ indispensabile la mobilitazione politica. Ovviamente porteremo la denuncia politica, che ristabilisca la verità dei fatti e che smascheri il ruolo dello Stato e della falsa sinistra al governo locale, tra gli immigrati e le loro associazioni, nel movimento antirazzista e antifascista, tra i lavoratori e a livello cittadino perché è inaccettabile che, oggi, l’antifascismo si debba difendere. Non certo dai neofascisti, contro cui le mobilitazioni di massa hanno dimostrato di saperli ricacciare nelle fogne da cui sono partiti. Ma dall’apparato repressivo dello Stato.
proletari comunisti
slai cobas per il sindacato di classe