e me la chiami violenza?
Se li fischi sei un pericoloso sovversivo, se li contesti sei uno squadrista, se li insulti sei un prototerrorista… certo che lorsignori hanno veramente uno strano concetto di democrazia. Li devi votare ogni cinque anni, li devi guardare mentre speculano sulla tua testa, li devi ascoltare quando parlano in televisione, all’occorrenza li devi pure applaudire in qualche dibattito, ma guai a te se t’azzardi a dissentire pubblicamente. E no, questo nella loro “democrazia” proprio non si può fare. Al massimo te ne puoi stare chiuso in casa a organizzare qualche gruppo su facebook, l’importante però e che te ne resti zitto e muto. Ah, e già che ci sei chiudi ermeticamente porte e finestre e soprattutto non scendere in piazza. Perchè altrimenti corri il rischio che oltre all’esalazioni di un “candelotto” fumogeno (sic) ti respiri pure il clima degli anni 70 profuso a piene mani da antagonisti e centrosocialari. Come scrive oggi Di Vico sul Corsera: bisogna sconfiggere subito la cultura del conflitto e la violenza che in esso è insita. Ma come avrebbe detto Mario brega: e me la chiami violenza questa? Violenza sono i tre lavoratori che ogni giorno muoiono in nome del profitto, violento è chi ti paga 3 euro l’ora per farti fare lo schiavo in un cantiere, violenza è dover fare 4 lavori per riuscire a tirare su uno stipendio, Violento è chi ti licenzia se ti ribelli, violento è chi ti condanna alla precarietà e alla disoccupazione, violento e chi ti strozza con l’affitto, violenta è la banca che ti porta via casa se salti qualche rata del mutuo. Questa è la violenza. E fischiare, contestare e tentare di cacciar via chi è corresponsabile di tutta questa violenza è solamente legittima difesa. Sacrosanta e necessaria legittima difesa.