Beverly INPS
Ieri mattina il Corriere della Sera ospitava a pagina 5 un’intervista ad Antonio Mastropasqua, il commissario straordinario dell’INPS che, con quella disarmante sincerità propria di chi si sente intoccabile, tratteggiava con leggiadra ed allegra soddisfazione il futuro da incubo che si profila all’orizzonte per i lavoratori italiani. Se non fosse per il fatto che teniamo alla nostra e alla vostra cistifellea e che sappiamo bene quali pericoli per la salute può comportare il travaso di bile potremmo consigliarvi di procurarvi l’articolo, ritagliarlo, conservarlo in qualche cassetto ben custodito, per poi ritirarlo fuori nel momento in cui qualcuno di questi ladri verrà a chiedervi il voto. Prima di riportarvi sinteticamente alcuni dei passaggi più significativi dell’intervista vale però la pena di ricordare che non più di due settimane fa proprio il Corsera aveva pubblicato le proiezioni di quelle che saranno le pensioni percepite dai lavoratori nei prossimi anni. Per i lavoratori dipendenti l’assegno scenderà al 46% di quanto oggi guadagnano. Per i commercianti sarà pari al 44%. Per gli artigiani sarà del 43%. Mentre per i lavoratori parasubordinati la pensione dovrebbe arrivare al 14% (avete letto bene!) del salario attuale. Ora fatevi due conti in tasca e calcolate se sarete mai in grado anche solo di sopravvivere con quella cifra. Ma a chi dobbiamo tutto questo? Chi è che c’ha rubato il futuro? A spiegarcelo è proprio Mastropasqua, leggiamolo con la dovuta attenzione: Prima la riforma Amato, poi Dini, poi Prodi, Maroni, ancora Prodi con Damiano, e infine la riforma Sacconi-Tremonti. Ci sono voluti diciotto anni ma finalmente possiamo dire che il cantiere della previdenza in Italia è finalmente concluso. Per chi non ricordasse quali erano le forze politiche che sostenevano i suddetti governi proviamo a riscrivere la sequenza:
Amato (PSI, DC, PSDI, PLI)
Dini (Governo tecnico sostenuto dal centrosinistra)
Prodi (PDS, PPI, Rinnovamento Italiano, Verdi, Unione Democratica, Socialisti italiani, Alleanza Democratica, Movimento dei Comunisti Unitari, PRI, Patto Segni, Sinitra Repubblicana, PRC, Sudtiroler Volkspartei, la Rete, Union Valdotaine)
Berlusconi (Forza Italia, Lega Nord, AN, CCD, CDU)
Prodi (DS, Margherita, PRC, Rosa nel Pugno, IDV, Verdi, UDEUR, PdCI)
Berlusconi (PDL, Lega Nord, DC, Noi Sud)
Quind, a ben vedere, possiamo tranquillamente affermare che ogni volta che diciamo che sulle questioni importanti centrodestra e centrosinistra non sono altro che due facce della stessa medaglia non pecchiamo affatto di settarismo estremista, ma ci limitiamo a constatare la pura, semplice e incontrovertibile realtà dei fatti. Noi questo lo sappiamo e ovviamente lo teniano bene a mente, ma crediamo che se ne debba ricordare soprattutto chi tra qualche mese verrà a chiederci di votare Vendola, Bersani, o peggio ancora Casini o Montezemolo magari con la scusa della santa alleanza democratica per cacciare via Berlusconi. Così, seppure questi “compagni” non cambieranno idea, almeno sapranno perché li abbiamo mandati a fare in culo. Ma i sindacati confederali in tutto questo cosa hanno fatto? Dov’erano? E’ ancora Mastropasqua a risponderci indirettamente quando afferma: E vorrei sottolineare che tutte queste riforme sono state fatte senza tensioni sociali e, almeno le ultime, senza un’ora di sciopero… Ecco, appunto, Que se vayan todos!