Chi lotta vince!
Ci eravamo lasciati con la chiamata generale alla mobilitazione sotto al campidoglio di Lunedi. Ci ritroviamo, dopo alcuni giorni, a tracciare un bilancio di questi mesi di lotta, di mobilitazioni, di attacchi e contro-attacchi. Un bilancio assolutamente provvisorio, visto che quotidianamente ci troviamo davanti a evoluzioni di ogni tipo. D’altronde, questa giunta non è solo caratterizzata dall’essere espressione del neo-fascismo sdoganato e ripulito, ma si contraddistingue anche per l’assoluta mancanza di prospettiva e di capacità politica. Al di là del decisionismo di Alemanno, l’incompetenza di assessori e segretari è disarmante. L’ignoranza che pervade ogni aspetto dell’amministrazione comunale in mano oggi al centro-destra rende bene il quadro d’insieme. E’ vero che politicamente poco cambia fra le giunte che hanno governato Roma nei quindici anni precedenti rispetto alla giunta odierna, ma c’è anche da rilevare che la capacità tecnica e le competenze degli assessori precedenti, nonostante tutto, erano di un altro livello.
Tutto questo risulta evidente a chi partecipa attivamente alla lotta per la casa, visto il quotidiano rapporto che si ha con i vari organi tecnici e politici della giunta comunale. E non è assolutamente facile avere a che fare con certa gente. Perché alla distanza e all’odio politico si somma l’incompetenza di certi personaggi, come i vari Lucarelli, gli Antoniozzi, i Marra di turno, messi la unicamente per logiche politiche senza alcun requisito che non sia l’appartenenza al partito di riferimento.
Detto ciò, torniamo a noi e al nostro precario bilancio; dopo la fondamentale mobilitazione di Lunedi, i movimenti per il diritto all’abitare portano a casa un grosso risultato. Grosso, ovviamente, per il periodo che stiamo attraversando.
Dopo aver portato migliaia di persone in piazza per diversi giorni, dopo aver occupato l’aula del consiglio comunale, dopo aver risposto in questi mesi agli sgomberi continuando ad occupare e a resistere, ieri il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno che deve calendarizzare una discussione per avviare il censimento dell’emergenza abitativa. Impegna il comune a discutere su come trovare una soluzione alle situazioni di disagio quali le gli stabili occupati, i residence in cui sopravvivono gli sfrattati, gli inquilini con uno sfratto per morosità in corso, ecc…
Insomma, sarà poco, ma il comune ha accettato ieri di parlarne, di mettere in calendario una discussione su come risolvere le innumerevoli situazioni di disagio abitativo presenti in città. Ha accettato di comprendere le occupazione dei movimenti nella ricerca di una soluzione legale, che le possa portare nel giro di qualche tempo ad una casa popolare, ad una soluzione dignitosa.
Sarà poco, ma questo poco è stato conquistato con la lotta, con le mobilitazioni, le assemblee, le riunioni, i picchetti, i cortei, le occupazioni, e chi più ne ha più ne metta. Bisogna comprendere che oggi come oggi la politica è cambiata, e la forza dei movimenti dal basso è notevolmente diminuita. Strappare qualcosa è divenuto oggi sempre più difficile, per non dire impossibile. La politica istituzionale risponde solo ai propri interessi, senza cercare più di mediare con la società civile. Anni fa un risultato del genere sarebbe stato deludente, se non altro per lo sforzo messo in campo.
Ma oggi no, oggi strappare piccoli spazi di agibilità e di riconoscimento è qualcosa di fondamentale, che ci da la forza di andare avanti e di capire come solo la lotta paga, e solo con la lotta si possono conquistare margini di democrazia sempre più lievi, sempre meno garantiti, sempre meno scontati. Alla prossima mobilitazione…