e perchè no?
Questa settimana “Panorama” ha messo ha segno l’ultimo colpo, in ordine di tempo, della campagna di linciaggio mediatico orchestrata contro gli operai dello stabilimento FIAT di Melfi (leggi). Stavolta lo scoop sarebbe rappresentato dalle rivelazioni di alcuni operai e sindacalisti, raccolte ovviamente in forma anonima, che confermerebbero i fatti contestati ai tre operai licenziati. Ovvero il blocco nella notte tra il 6 e il 7 luglio di alcuni carrellini e la conseguente interruzione della produzione che sarebbe durata una trentina di minuti e che avrebbe provocato danni per circa 250.000 euro. Ora noi non sappiamo come siano andate effettivamente le cose ma se anche fosse successo quello che racconta l’articolo la domanda che ci sorge spontanea è la seguente: e allora? Qual è il problema? Il blocco della produzione è lo scopo ultimo di ogni sciopero (o almeno dovrebbe esserlo) e questo perchè i padroni capiscono solo quando li si colpisce nel portafoglio. Se in mezzora hanno perso 250 mila euro pensa che danni gli si potrebbe fare con un blocco pèrolungato… Una considerazione tanto ovvia da risultare persino banale, ma che nell’Italia del neocorporativismo ha suscitato lo scandalo dei benpensati. Hanno fermato la linea in tre? Applausi per loro, perchè hanno dimostrato che delle volte basta la determinazione di pochi per fare la differenza. Fra le note di colore c’è anche la lagnanza dei delatori anonimi per gli insulti che gli operai in sciopero avrebbero rivolto ai crumiri che non si univano al corteo interno. Frasi “volgari” del tipo: “schiavi”, “lavorate sempre”, “vi fate rompere il culo”, “siete quattro bastardi”. E qui un appunto agli operai ci sentiamo di muoverlo anche noi perchè è evidente che si sono dimenticati delle “gole profonde” al soldo di Marchionne. Ma non c’è problema, rimediamo noi: INFAMI.