MARTIN… L’AVARO
Qualche tempo fa avevamo parlato della nuova attività economica di Martin Avaro (leggi), il federale romano di Forza Nuova. Oggi torniamo sull’argomento per una precisazione ed ulteriori considerazioni in merito. Avevamo infatti scritto, errando per difetto, che alla base della competitività della ditta di affissioni del fascista più ipocrita di Roma ci fosse un prezzo di mercato estremamente basso. In realtà sembrerebbe che il prezzo pagato ad Avaro dai diversi committenti (Antoniozzi, Pallone, Scurria, Buontempo ecc. ecc.) sia stato di 31 centesimi a manifesto, e non 19 come avevamo detto. Questo significa che a fronte dei circa 2 milioni di manifesti incamerati, il forzanovista ha incassato circa 600.000 euro lordi. E qui viene il bello. Ve li ricordate gli slogan di FN sul lavoro agli italiani? I manifesti sull’espulsione degli immigrati? Slogan buoni per intortare qualche militonto, ma non certo per chi vuol assicurarsi lauti guadagni e comprarsi la villa (sic). Ecco quindi che come qualsiasi padroncino che si rispetti il nostro Avaro (nomen omen) ha attinto a man bassa dai gironi più infernali del mercato capitolino del lavoro, arruolando decine di migranti, soprattutto peruviani e centroafricani. Radio attacchino parla di circa 36 squadre spalmate su tre turni da 8 ore e pagate 90 euro (singolo attacchino) o 120 euro (coppia di attacchini) al giorno, molto meno di quanto prende un attacchino “tricolore”. Adesso, se facciamo la moltiplicazione per i 30 giorni di durata della campagna elettorale ne viene fuori una spesa approssimativa di 115.000 euro. A questa cifra va poi aggiunta la ricompensa per i capozona (in realtà sarebbe più corretto chiamarli caporali) impegnati nel controllo del lavoro dei propri attacchini e nell’intimidazione di quelli delle altre ditte. Questi si con italici natali e di provata fede fascista, tanto che ne è stato riconosciuto più di uno implicato negli ultimi assalti squadristi che hanno funestato la capitale. Insomma pur raddoppiando la spesa per il lavoro, il nostro cameratto si ritroverà con almeno 300.000 euro puliti in tasca ed una posizione predominante nel mercato delle affissioni a Roma. Una realtà con cui dovremmo cominciare a confrontarci, e fin da subito se, come pare, perfino un’associazione (Radici) legata ad un centro sociale romano (Intifada) vicino a Sinistra e Libertà ha involontariamente ed incautamente affidato l’affissione ad Avaro l’affissione dei propri manifesti.