Anche noi stiamo con Femminismo a Sud!

Anche noi stiamo con Femminismo a Sud!

Ne parlammo più di un anno e mezzo fa, della «strategia della caciara» (leggi), della pratica di «spostare l’attenzione confondendo le acque». Ne parlammo in merito alla polemica scoppiata dopo la contestazione – a cui noi partecipammo, insieme ad altri compagni e altre compagne – agli “Altri” (e, per pura casualità, alla Concia) per il loro sostegno nei confronti di Casapound. Una polemica squallida come poche, in cui cercarono di oscurare la nostra posizione accusandoci di misoginia, di omofobia, di terrorismo e chi più ne ha più ne metta.

Ironia della sorte, dopo un anno e mezzo la macchina del fango è stata nuovamente oliata e messa in moto, sempre dagli amici di Casapound che circolano nei salotti-buoni-e-borghesi-della-supposta-sinistra-radicale-al-caviale. Le vittime, questa volta, le compagne del blog femminismo a sud. La loro colpa? Quella di aver copiato in un post le firme di adesione ai vari appelli di Casapound di questi intellettuali da operetta (leggi). Articolo, quello delle compagne, pienamente condivisibile (qualcosa di simile l’abbiamo scritta anche noi): che non si inorridisca (o, meglio, che si inorridisca ma che si consideri anche il contesto in cui è maturata) davanti alla strage di Firenze se per anni questi presunti intellettuali hanno supportato Casapound, gli hanno dato visibilità, hanno diffuso acriticamente ogni loro comunicato e presa di posizione, li hanno dipinti come giovani-maschi-dal-bell’-aspetto, come vere-donne-non-come-le-mignotte-di-silvio, li hanno ritratti in video (repubblica in primis) e foto finto-artistiche, con bicipiti in bella mostra e dimostrazioni di virilità italica. Hanno firmato appelli per garantirgli di manifestare (mai li abbiamo visti, invece, pronunciarsi con tanta decisione contro i protocolli sui cortei, contro i divieti che vorrebbero impedire a noi di manifestare), hanno partecipato alle loro iniziative e ai loro dibattiti. Li hanno ospitati su giornali e riviste,  alla radio e in tv. E noi, per anni, a dire che no, i fascisti del terzo millennio non erano quei bravi ragazzi che ogni mamma vorrebbe come fidanzato delle figlie che ci volevano far credere, ma erano quelli delle aggressioni fuori dalle scuole e sotto le nostre case, quelli delle intimidazioni razziste, gli amici dei padroni e del pdl. Non vogliamo passare per vittime (non ci aspettiamo niente da voi, non siete nostri compagni), ma ognuno sceglie da che parte stare: noi la nostra, voi la loro. E ora sì, ve lo possiamo far presente, che noi ve lo avevamo detto e che voi avete FINTO di non crederci: siete quindi responsabili dello sdoganamento di Casapound, complici delle estreme conseguenze del loro pensiero. Chi semina vento non può che raccogliere tempesta, direbbe qualche saggio.

Ora che questi intellettuali vengono messi davanti alle loro responsabilità, non solo glissano, ma spostano l’accusa sulle compagne: ed ecco che coloro che ogni giorno, gratuitamente, fanno informazione e contro-informazione, diventano fasciste antidemocratiche, autrici di liste di proscrizione (fare copia-incolla delle firme pubbliche ad un appello, sappiatelo, si chiama “lista di proscrizione” nella neolingua della sinistra dei salotti), pericolose istigatrici di atti terroristici (perché dalle parole si può passare ai proiettili, hanno scritto in un articolo che non merita neanche di essere linkato… se vi interessa, trovate tutto su femminismo a sud). Si trasformano in ragazzine-capricciose-e-immature da instradare, con un tono paternalista (ma anche “maternalista”) che si pensava ormai desueto. Vengono rappresentate come macchiette da trattare con sufficienza, come nell’articolo degli “Altri” (sempre in prima linea). Gli si attribuiscono commenti e concetti mai espressi.

E così le colpevoli, l’elemento da condannare e da cui prendere le distanze, sono le compagne, sono gli antifascisti: insomma, quelli e quelle che non hanno media compiacenti a fargli da cassa di risonanza e politici influenti a garantirgli entrate economiche e benevolenza, quelli e quelle che lottano tutti i giorni. Ma, del resto, come hanno scritto le compagne, anche l’antifascismo è una questione di classe (leggi). Semplicemente di classe.

E quindi – anche se ci sembra superfluo, perché tra compagni la solidarietà non dovrebbe essere una stelletta da mostrare in pubblico – esprimiamo la nostra solidarietà, la nostra vicinanza e la nostra complicità alle compagne di femminismo a sud. E lo facciamo nell’unico modo che crediamo sensato, ripubblicando il loro articolo che ha creato tanto malumore tra gli amici di cpi. Elenco incluso, ovviamente. Omettiamo solo – lo ammettiamo, per pigrizia – tutti i numerosissimi link dell’articolo originale pubblicato su femminismo a sud: per questo, vi rimandiamo direttamente al blog delle compagne.

Forza, compagne!

 

Chi ha sdoganato Casapound?

[…]

Vorremmo qui ricordare, e integrate se ne avete voglia e se avete più memoria di noi, quali giornalisti, intellettuali, personaggi libertari o presunti tali, di sinistra e simili, hanno sdoganato Casapound affinché arrivasse tranquilla a poter esigere di stare sulle piazze, ovunque, mentre gli antifascisti subiscono repressione e insulti.

Lo sdoganamento dei gruppi di destra, così come la “tolleranza” per i vari “spariamo agli immigrati” pronunciati da sindaci, politici, ministri leghisti (vedi il viceministro Castelli e il consigliere regionale veneto Daniele Stivai e il sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, tutti armati di mitra, fucili e pistole per sparare agli immigrati come “leprotti”), ammiccamenti, istigazione, scivoloni di cui talvolta registravamo delle rivendicazioni e per altre si attribuivano all’esasperazione sempre giustificata quando qualcuno prendeva a sprangate l’immigrato di turno, avviene da anni e noi l’abbiamo sempre avvertito, monitorato e messo in relazione alle tantissime aggressioni di stampo neofascista che hanno insanguinato l’Italia negli ultimi anni.

E la caccia al “negro” checchè se ne dica ha un’impronta innanzitutto istituzionale, con le varie polizie a pestare persone di colore, con la gente forcaiola a fare esecuzioni pubbliche per il sospetto di un furto per un pacco di biscotti, ve lo ricorderete, o altri inseguiti per le vie per varie ragioni, e poi ci sono tutte le persecuzioni formato ronda, ronde leghiste, ronde dei partiti di estrema destra, ronde di cittadini “volenterosi”, ronde di cittadini dediti al linciaggio di neri, rom, così come si è visto in varie occasioni e in vari roghi ai campi nomadi, baraccati e via così. Potete rinfrescarvi la memoria con il nostro Bestiario razzista, parte prima, seconda e terza.

Ad un certo punto il fascino fascista, per dirla alla Susan Sontag, ha contagiato un po’ di gente, anche insospettabili, tutti a citare voltaire, tutti a immolarsi pur di fare parlare un neofascista, tutti a dare lezioni di libertarismo agli antifascisti che sapevano quello che stava accadendo e avvisavano tutti del fatto che la legittimazione culturale a certa gente significa legittimazione alle orrende azioni che da quella cultura sono istigate e ispirate. Ovvero, i fascisti agiscono spinti dall’idea di avere ragione, dalle tante sollecitazioni di chi non ha fatto altro che scrivere un giorno si e un giorno no che l’emergenza” stranieri, e il “pericolo” straniero, e lo straniero stupratore, e lo straniero ladro, e lo straniero sporco, e lo straniero che fa schifo, e lo straniero invasore, e lo straniero barbaro, e lo straniero da affondare, rimandare a casa, ammazzare, perchè prima gli italiani e poi gli stranieri, prima la cultura locale e poi la vendita di kebab, perché il pericolo dell’islam, e l’emergenza musulmana, e la diversità come minaccia, e il terrore del diverso, e i regolamenti comunali, e le ronde, e i Cpt, poi i Cie, e il patto con quel criminale di Gheddafi, e i tanti morti nel mediterraneo, e le ordinanze leghiste nelle varie città del nord, e potremmo continuare all’infinito.

Insomma tutti presi a curiosare tra futurismo e tatuaggi con la celtica, a chiudere gli occhi sulle mani alzate all’elezione del sindaco di roma e poi a ignorare quella faccetta nera cantata in quel di genova g8 2001 e altri mille esempi che si potrebbero fare. Tutti a invocare la democrazia, perchè di destra e sinistra non aveva più senso parlare, perchè il fascismo non esisterebbe più, perché sarebbero cose superate, e badate che sto andando a memoria di tutte le cazzate che ho letto e mi sono state dette in tutti questi anni.

E da lì a descrivere quegli straccioni degli antifascisti come gentaglia senza appeal, sfigati fermi all’anteguerra, mentre li vedì i fasci, quelli lì son proiettati verso il futuro, oramai vanno di nazirock, sono roba del terzo millennio, fanno la cinghiamattanza, son per il sociale, come mussolini, e fanno revisionismi meglio che bruno vespa. Si appropriano di miti della sinistra, li vedi a dire cose su rino gaetano, scoprono che il che guevara in fondo era uno di loro, poi citano perfino peppino impastato, che i fasci li schifava essendo lui un libertario vero. Operazioni di marketing, azioni dimostrative e a roma tutti rincoglioniti da quelle quattro cose fatte e dette, perché che vuoi che sia, son brava gente, che importa se qualcuno dice di loro che sono un po’ aggressivi.

Il filone “fascio trendy”, quello sdoganato per le adolescenti, lo reperimmo su TopGirl. Parlava di Forza Nuova, che non è bravissima in queste cose ma ci provò.

Poi ci fu l’articolo di Alessandra di Pietro su Gioia che parlava delle donne di Casapound.

Il correntone che spingeva verso uno sdoganamento di quell’area partiva da quel Sansonetti che ne scrisse su L’Altro.

Poi ci fu l’Onorevole Paola Concia che si appropinquò a sdoganare l’organizzazione. E l’altra del Pd, Cristina Alicata, che nel 2009 si esprimeva su Casapound con estrema tolleranza.

E Il Fatto Quotidiano, il giornale di Travaglio, che applaudiva Casapound.

E Walter Veltroni che iniziava l’iter per l’assegnazione dei locali occupati da quelli di Casapound equiparandoli ad un qualunque movimento di lotta per la casa.

E Luca Telese sempre tanto aperto e disponibile con i “cuori neri”.

Poi ci fu il consiglio comunale di Roma che approvò, credo all’unanimità, una mozione sul “Tempo di essere madri“, che arriva dall’area femminile di Casapound. (tempo di essere uteri)

C’è un bell’articolo ammiccante de l’Espresso, stesso gruppo editoriale de la Repubblica, che parla di Casapound. Quella repubblica che annuncia gioiosa l’elezione del figlio di Alemanno nella consulta provinciale degli studenti a partire dalla lista di Casapound.

Questa la proponiamo come risorsa ed è il file pdf con dentro un dossier sull’estrema destra a Pisa a cura di Rebeldia. Ancora una risorsa realizzata dal gruppo antifa/napoli su casapound.

E si potrebbero contare a centinaia le occasioni in cui politici del pdl, di futuro e libertà, di altri gruppi affini, hanno appoggiato, legittimato e portato alla ribalta i casapoundini. [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11] [12]

Così come potremmo descrivere le tante iniziative di Casapound patrocinate anche da amministrazioni di sinistra, come a Bari, con tanto di marchio del consiglio regionale pugliese. O gli appoggi a Casapound da liste come quelle dei grillini a Bolzano. Val la pena ricordare anche il voltafaccia di Capossela, perchè no.

Poi ci fu tutta la banda de Gli Altri, capeggiata ancora da Sansonetti, che divulgò e firmò un appello per lasciare la piazza al Blocco studentesco di Casapound.

L’appello diceva cose piene di poesia e parlava di libertà, la libertà per quelli di Casapound di dire quello che hanno da dire, così come la libertà per gente come Gianluca Casseri, lo stragista di Firenze, di dire quello che avrà detto e scritto in giro tra Pistoia e altri posti della toscana.

A supporto di Casapound si erano precipitati proprio in tanti, un vero cordone bipartisan, che da destra a sinistra è bene ricordare per intero, con tanto di nomi e cognomi. Nomi e cognomi che potete trovare tutti i fila, sul sito di Casapound, a seguire gli appelli che hanno firmato. Firme, a partire da quelle di persone di cosiddetta sinistra alle quali ora chiediamo:

– glielo andate a spiegare voi ai morti senegalesi, alle loro famiglie, alla comunità senegalese, perché siete stati così gentili con quelli di Casapound?

A chiedere la revoca del divieto a manifestare c’era TUTTA la redazione de Gli Altri e poi:

Ritanna Armeni – giornalista e scrittrice

Angela Azzaro – giornalista de Gli Altri

Massimo Bordin – direttore Radio Radicale

Andrea Colombo – giornalista e scrittore

Lanfranco Pace – giornalista La 7 e Il Foglio

Piero Sansonetti – direttore de Gli Altri

Gian Luca Minotti – scrittore

Massimo Ilardi – professore di sociologia urbana all’Università di

Camerino, direttore Gomorra

Paola Tavella – giornalista del settimanale femminile del Corriere Io Donna

Alberto Abruzzese – professore ordinario di sociologia dei processi

culturali e comunicativi presso l’Università IULM di Milano

Rita Bernardini – deputata Partito Democratico.

Paola Concia – deputata Partito Democratico

Carlo Grassi – professore Università Iuav di Venezia (nome che viene ancora riportato sul sito di Casapound ma per cui pare vi sia una smentita)

A chiedere la libertà di manifestazione per costoro c’erano anche:

1. Pietrangelo Buttafuoco – giornalista di Panorama e Il Foglio

2. Luciano Lanna – vicedirettore de Il secolo d’Italia

3. Enzo Raisi – deputato del Pdl

4. Flavia Perina – deputato del Pdl (che è anche quella che viaggia dentro le Se non ora quando)

5. Francesco Aracri – deputato del Pdl

6. Mario Borghezio – parlamentare europeo Lega Nord

7. Paola Frassinetti – vicepresidente della Commissione Cultura e

Istruzione della Camera dei Deputati

8. Cristano De Eccher – senatore del Pdl

9. Giorgio Holzmann, deputato pdl e candidato sindaco di Bolzano

10. Ugo Maria Tassinari – saggista

11. Annalisa Terranova – giornalista de Il secolo d’Italia

12. Annamaria Gravino – giornalista de Il secolo d’Italia

13. Massimo Malpica – giornalista de Il Giornale

14. Mia Grassi – giornalista

15. Vitaldo Conte – critico d’arte

16. Carlo Gambescia – Saggista ed economista

17. Adriano Scianca – giornalista de Il secolo d’Italia

18. Raffaele Morani – giornalista

19. Daniele Petraroli – giornalista

20. Corrado Delfini – pittore

21. Antonio Pannullo – giornalista del Secolo d’Italia

22. Antonio Rapisarda – giornalista di FareFuturo webmagazine

23. Gabriele Adinolfi – Noreporter

24. Federico Brusadelli – giornalista di FareFuturo webmagazine

25. Marco Guerra – Ufficio Stampa Ministero Ambiente

26. Giovanni Damiano – scrittore

27. Domenico di Tullio – scrittore

28. Alfio Krancic – vignettista de Il Giornale

29. Maurizio Murelli – società editrice barbarossa

30. Augusto Grandi – giornalista de Il Sole 24 ore

31. Federico Zamboni – giornalista

32. Marco Battarra – Ritter Edizioni

33. Alberto Manca – Ritter Edizioni

34. Andrea Benzi – giornalista

35. Vito Orlando – caporedattore Ufficio stampa Regione Sicilia

36. Antonio Lodetti – giornalista de il Giornale

37. Adolfo Spezzaferro, giornalista de la Discussione

38. Giorgio Ballario, giornalista La Stampa

39. Fernando M. Adonia – redazione cataniapolitica.it

40. Roberto Alfatti Appetiti – giornalista

41. Maria Rosaria Nappa – pittrice

42. Miro Renzaglia – poeta e scrittore

43. Paolo Corsini – giornalista Rai

44. Luca Maurelli – scrittore e giornalista

45. Roberta Di Casimirro – regista

46. Gianfranco de Turris – scrittore e giornalista

47. Daniele Lazzeri – centro studi ‘Vox Populi’

48. Monica Mainardi – giornalista di “Chi”

49. Enzo Cirillo – direttore E-Polis

50. Giandomenico Casalino, scrittore e saggista

51. Luciano Zippi – Editore di viaroma100.net

52 – Stefano Pantini – www.lamoscabianca.eu

53 – Sandro Solinas – scrittore

54 – Vincenzo Maida – giornalista

55 – Alfonso Rossetti – vice presidente del consiglio Muncipio Roma VII (PdL)

56 – Alberto Lombardo – Presidente Centro Studi La Runa

57 – Paolo Caioli – Noreporter.org

58 – Andrea Lignani Marchesani – Consigliere Regionale Umbria PDL

59 – Matteo Mascia – Giornalista collaboratore de Il Secolo d’Italia

60 – Mario Michele Merlino – poeta e autore teatrale

61 – Antonella Serafini – censurati.it

62 – Enzo Cipriano – editore Settimo Sigillo

63 – Alexandra Javarone – giornalista

64 – Tonio Pino – Assessore Comune Novoli

65 – Domenico Naso – giornalista

66 – Ulderico Nisticò – scrittore

67 – Luigi Songa – Assessore Comune Omegna

68 – Marco Valle – giornalista

69 – Cecilia Moretti – giornalista ffwebmagazine

70 – Teresa Alquati – collaboratrice del quotidiano Linea

71 – Filippo De Ferrari – giornalista CronacaQui

72 – Ninni Dimichino – editore “L’Arco e la Corte”

73 – Francobaldo Chiocci – giornalista

74 – Christian Continelli – consigliere comunale PDL Ostuni

75 – Ugo Cassone – consigliere comunale PDL Roma

76 – Luca Gramazio – consigliere comunale PDL Roma

77 – Barbara Ricciuti – giornalista, portavoce assessore istruzione,

formazione e lavoro Regione Veneto

78 – Michele De Feudis – Giornalista di E polis

79 – Alessandro D’Agostini – artista

80 – Fernando Crociani Baglioni – presidente del centro studi Patria e libertà

81 – Maurizio Pio Rocchi – artista

82 – Roberto De Lorenxo Meo – artista

83 – Ema Omega – artista

84 – Maurizio Messina- giornalista

85 – Amedeo Renzulli, scrittore

86 – Francesco Filippo Marotta – editore consulente Editoriale

87 – Luca Loseto – artista

88 – Associazione Progetto Zero

89 – Raffaele Zanon – direzione nazionale Pdl

90 – Fabrizio Fabbri – giornalista free lance

91 – Luca Roseto – pittore

92 – Blokulla – musicista

93 – Cesare Ferri – scrittore

94 – Riccardo Ghezzi Antonioli – giornalista

95 – Eva Fontana Castelli – storica e saggista

96 – Pietro Cappellari – ricercatore storico

97 – Sandro Consolato – saggista, direttore de La Cittadella

Continueremo a documentare su questa materia perché è fondamentale capire quanto l’estrema destra, in realtà, non esiste da sola ma è supportata da tante brave persone.

Continueremo a ricordare tutto a partire dall’intervista dell’Annunziata e Radiorock al presidente o coordinatore nazionale di Casapound, non so come definirlo. Continuando per Daniele Rustici e il suo intervento a impedimento della chiusura di Casapound.