Appello

(da carmillaonline.com) – 22 luglio 2011.

Apprendiamo con vivo disagio che Cesare Battisti avrebbe intenzione di riprendere la sua attività di scrittore.
Ciò dimostra che questi lunghi anni sono trascorsi invano, che costui nulla ha imparato dalle controverse vicende che lo hanno coinvolto, che per egoismo si ostina a negare alla società ciò che gli è stato esplicitamente, e a buon diritto, richiesto.
La società non ha bisogno di scrittori.
Ha bisogno di mostri.
Di capri espiatori su cui sfogare le crescenti frustrazioni collettive, di spauracchi da agitare per distrarre le masse dagli intrallazzi delle classi dirigenti. Un’epocale crisi economica planetaria sta lacerando l’ultima maschera del capitalismo come il sudario marcio d’un cadavere, e già i vermi sbucano a frotte dalle orbite vuote del teschio. Le masse devono guardare altrove.
Occorrono mostri abbastanza efferati da catturarne l’attenzione.

Cesare Battisti si comporti in maniera responsabile. Abbandoni il folle proposito di ritornare nel branco di parassiti dediti alle insensate pratiche letterarie, e delinqua.
Si dia al crimine puro, libero da obsoleti cascami ideologici. Al crimine seriale, che fidelizza meglio il pubblico.
Strangoli una vecchietta, anzi una decina, a scadenze regolari. Poi le faccia a pezzi, e le mangi. E posti il video su Facebook.
Diffonda un virus sperimentale che terrorizzi la gente, dissuadendola dal riunirsi nelle piazze, e rilanci le vendite di vaccini scaduti.
Si decida, finalmente, a pagare il suo debito alla società. Diventi il mostro che con tanta dedizione in questi anni s’è cercato di fare di lui, e la cui presenza mediatica è oggi più che mai necessaria e urgente.
La crisi non aspetta.

Primi firmatari:
Alessandra Daniele
Valerio Evangelisti
Fabrizio Lorusso
Girolamo De Michele
Sandro Moiso
Marilù Oliva
Filippo Casaccia
Alberto Prunetti
Franco Pezzini
Wainer Marchesini
(segue lunga lista che omettiamo per motivi di privacy)

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Numerosi lettori ci chiedono perché non rispondiamo ancora al libro di Giuliano Turone Il caso Battisti, pubblicato da Garzanti ed elogiato da una coorte di vecchi Soloni. Il motivo è elementare: in piena estate i lettori di Carmilla calano, com’è ovvio. Stiamo solo aspettando che tornino in massa dalle ferie per dedicarci al pamphlet con la dovuta assenza di remore.
Un’unica anticipazione: Turone dice di avere esaminato per primo e ponderato i “53 faldoni” che riguardano Battisti, cioè decine di migliaia di pagine. Il fatto è che lo stesso Turone alcuni di quei faldoni doveva già conoscerli, visto che fu tra i giudici istruttori del “processo Torregiani”. Un dettaglio trascurato dai recensori. Tutto fu regolare, dice al termine della sua “indagine” attuale. In effetti si chiama Turone, e non Tafazzi (colui che si martellava i testicoli). Ci avrebbe sorpreso apprendere che, a suo giudizio, l’istruttoria in cui ebbe parte attiva fu “irregolare”. (V.E.)