Benedetto maltempo
Qualche anno fa, con le olimpiadi di Pechino alle porte, girava l’assurda storiella del governo cinese intento a bombardare il cielo con ultrasuoni (o forse erano raggi gamma) per rendere il tempo bello per tutto il periodo olimpico, e soprattutto eliminare la coltre di smog che assediava la città. Fantasie buone per qualche barzelletta forse, ma più di qualcuno fece finta di crederci e la sparò sui giornali. Voci che rientrano nella sterminata enciclopedia del complotto climatico, come ad esempio tutta l’imponente narrativa riguardante le scie chimiche degli aerei militari, che servirebbero, in alcune delle teorie più ardite, a controllare artificialmente il clima.
Difficile stare dietro alle ultime trovate complottiste. La nostra razionalità, però, è stata gravemente compromessa leggendo i giornali e guardando le televisioni di questi giorni. Il clima da fine del mondo ha pervaso tutti gli organi d’informazione, tutti i politici, tutti gli “esperti” possibili, inondando l’opinione pubblica con un messaggio ben preciso: è in corso un evento senza precedenti, non uscite di casa neanche per andare a lavorare. Tutti i media non parlano d’altro: “il clima è impazzito”, “c’è l’emergenza freddo”, “la neve può essere mortale”, “a uscire di casa si rischia la vita” ecc…tutti, nessuno escluso, parlano da giorni della stessa cosa. L’ossessione mediatica per le previsioni del tempo è raramente interrotta per mostrare, di sfuggita, quanto è bravo e quanto è apprezzato all’estero il governo Monti. Per il resto, l’informazione giornalistica in Italia oggi è un parossistico bollettino meteo ripetuto ossessivamente.
Troppo ossessivamente, per non farci venire il dubbio che tutta questa attenzione non sia in qualche modo “interessata”. In questi anni infatti è avvenuta un’estensione smisurata di trasmissioni e programmi riguardanti il meteo, le previsioni del tempo e argomenti affini. Interi programmi dedicati ad esso e, all’interno dei telegiornali, sempre più spazio è stato dato a previsioni del tempo sempre più dense di particolari. In breve, da argomento superfluo destinato agli ultimi 30 secondi dei TG è divenuto uno degli argomenti principali. D’estate, serie di inchieste e approfondimenti sul caldo; d’inverno, ore e ore di dirette sul freddo. Non è un caso che questo modello giornalistico, importato dai telegiornali statunitensi, abbia trovato terreno fertile dapprima nelle televisioni Mediaset, con Rete4 in prima fila, per poi allargarsi a tutta l’informazione TV.
Parlare del tempo fa sempre comodo al potere, non ci si arrischia in pericolosi discorsi politici, la gente è più tranquilla, sembra sempre che i problemi quotidiani derivino dal fato piuttosto che dalla politica – che semmai ha la grande responsabilità di non saper far fronte alle emergenze, comunque provocate dal destino cinico e baro. Vediamo però nel dettaglio se anche in questi giorni ha senso concentrarsi così smisuratamente sulla tanto strepitata “emergenza freddo”, o “emergenza neve” che dir si voglia (l’importante è che si gridi all’emergenza).
Proprio ieri almeno quattro telegiornali nazionali parlavano del problema neve sugli Appennini, come se non fosse l’assoluta normalità che gli Appennini, soprattutto fra Emilia Romagna e Toscana, siano d’inverno innevati. La zona appenninica tosco-emiliana infatti è, d’inverno, una delle regioni più fredde e nevose del paese.
Oggi invece è stato un commovente servizio dall’Aquila a farci sobbalzare dalla sedia. Insomma, a L’Aquila c’è la neve e fa freddo. Un grande novità, per una città ai piedi del Gran Sasso (la più alta montagna appenninica) e che si situa ad un’altezza di quasi 1000 metri. Una città che vede il gelo e le neve presenti tutti gli anni, nessuno escluso. Quale sia l’emergenza, non è dato sapere.
Ma il vero e proprio terrorismo mediatico (mai espressione fu più adeguata) di questi giorni lo ha ricevuto Roma e la sua presunta emergenza che dura da giorni, con il sindaco che invita i cittadini a non uscire di casa, le università e gli uffici che chiudono, l’impossibilità di prendere la macchina se non provvisti di catene, e via dicendo tutta un’altra serie di provvedimenti degni forse del Canada settentrionale ma non certo tipici di queste latitudini. Ma andiamo con ordine. Secondo i media, e secondo anche il sindaco, ci sarebbe a Roma l’emergenza freddo. Per tutto il giorno a Roma la temperatura ha oscillato fra i 5 e i 0 gradi (ieri c’era il sole e le temperature si aggiravano intorno ai 10 gradi), assolutamente in linea con la media storica della città (leggi e leggi). Insomma, stiamo a febbraio e a Roma fa freddo. Ancora non riusciamo a comprendere dove sia la novità. Come si vede nelle statistiche, poi, le temperature di questi giorni sono perfettamente in linea con la media degli anni precedenti anche nel resto del territorio nazionale. A Milano la temperatura media minima di gennaio e febbraio si aggira fra i -1 e i -2 gradi. Esattamente la stessa di questi giorni. Che poi ci possano essere dei picchi di freddo momentanei è perfettamente normale, ma nessuna media è stata stravolta.
Poi c’è il “problema neve”, anzi, l’”emergenza” neve. Che nevichi al nord è perfettamente normale e avviene ogni stramaledetto anno. Gridare al cataclisma per due fiocchi di neve ci sembra veramente degno del paese arretrato, superstizioso e impressionabile quale evidentemente siamo. Il terrorismo, quello vero, quello che produce danni, è però avvenuto anche stavolta nella città di Roma. Da giorni e giorni il sindaco della città invita i suoi cittadini a non uscire di casa. Per uno (1) giorno di neve, esattamente nella notte fra venerdì e sabato scorsi. Esattamente come sta avvenendo nella notte fra questo venerdì e sabato, seconda (2) giornata di neve in città. A poco serve ricordare che aveva nevicato già l’anno scorso, e che nevicò anche 2 anni fa, ma a Roma è sempre meglio dire che nevica una volta ogni trent’anni, così sono tutti più felici e impressionati e danno tutti retta al buon sindaco. Effettivamente però quest’anno ha nevicato tantissimo – quasi dieci (10) centimetri di neve! – e la gente ha subito pensato che fosse giunto il momento di fare provviste per passare il resto dell’inverno chiusi sotto metri e metri di neve. E infatti nei supermercati già iniziano a scarseggiare i cibi, la gente fa provviste insensate da terza guerra mondiale, animata oltretutto da una beffarda allegria da volemose bene, stamo tutti sulla stessa barca. Alberto Sordi non avrebbe saputo fare meglio del sindaco Alemanno, con pala in mano che spalava il centimetro di neve caduto a Roma nord a fianco dei pompieri in divisa. La prestanza aitante del sindaco-operaio è ben dimostrata dalla foto a corredo dell’articolo.
Insomma, il dato è abbastanza chiaro: a fronte di normalissime condizioni invernali, con una qualche spolverata di neve in più degli scorsi anni, tutti i media hanno subito smesso di occuparsi di politica, della riforma del mercato del lavoro, dell’articolo 18 che sta per essere smantellato, degli sfigati o dei bamboccioni, dei ministri impresentabili e arroganti, dei tagli che l’Europa ancora ci chiede, per occuparsi della vera emergenza nazionale: il freddo. E poco importa che l’emergenza sia reale o indotta: l’importante è che raggiunga il risultato, e cioè che faccia parlare la gente delle nuvole e delle temperature e non della politica e delle controriforme. Come nelle migliori tradizioni, un gioco che funziona sempre.