Blocchi della produzione alla TNT
Il 28 Novembre i lavoratori dei magazzini TNT di molte città hanno intrapreso un blocco della produzione di due ore come dimostrazione della loro determinazione a non rinunciare alle loro rivendicazioni e hanno annunciato di voler intraprendere altre forme di sciopero e di blocchi qualora le loro richieste non venissero prese in considerazione dall’azienda e dalle cooperative appaltanti… il che, con il periodo natalizio alle porte, vorrà dire enormi perdite per un’azienda come la TNT i cui profitti dipendono dal lavoro (e dallo sfruttamento) di facchini e corrieri. A riguardo, si riporta di seguito il comunicato dell’Assemblea di supporto alle lotte della logistica sulla situazione attuale e sulle prospettive di lotta delle settimane a venire.
SCIOPERO NAZIONALE E STATO D’AGITAZIONE AI MAGAZZINI TNT
Giovedì 28 Novembre i facchini dei magazzini Tnt di Milano, Treviso, Torino, Brescia, Padova, Piacenza, Ancona e Bologna sono entrati in sciopero dopo mesi di mobilitazione e dopo ripetuti affronti da parte dell’azienda.
Anche a Roma, nei magazzini di Fiano Romano, via di Salone e Ciampino, un centinaio di lavoratori si sono ritrovati fuori i cancelli dei magazzini per dire NO! al piano di ristrutturazione aziendale in corso e per denunciare le pessime condizioni di lavoro che caratterizzano tutto il settore della logistica.
Come in tutti gli altri magazzini della Logistica, infatti, anche in Tnt i lavoratori sono trattati da schiavi con la complicità delle cooperative: i facchini sono costretti a carichi e orari di lavoro massacranti, sotto gli insulti e le minacce di capi e caporali, sottopagati rispetto alle ore di lavoro effettuate e senza retribuzione degli straordinari, mentre i corrieri si trovano costretti a correre nel traffico per 12 ore con l’obiettivo di fare il maggior numero di consegne per portare a casa un misero stipendio.
Come se non bastasse la TNT, con la complicità dei sindacati confederali ha approvato un piano di ristrutturazione che prevede da gennaio 2014 la messa in mobilità di 1/3 degli impiegati diretti e la diminuzione delle commesse in Italia. Questo piano di ristrutturazione naturalmente avrà delle conseguenze sulle cooperative di facchini e corrieri in quanto con la diminuzione delle ore di lavoro ci saranno licenziamenti e cassa integrazione anche per tutti i lavoratori di tutte le cooperative in tutta Italia.
Una ristrutturazione che non è giustificata da nessuna crisi economica, ma soltanto dal mancato raggiungimento dei profitti prefissati che si vuole far pagare come sempre sulle spalle di chi lavora.
In questi mesi i facchini hanno dimostrato grande determinazione a non cedere ai ricatti e alle provocazioni padronali, scioperando e scendendo in piazza, come il 23 novembre a Bologna, contro lo sfruttamento del lavoro nei magazzini.
Gli obiettivi di fondo della vertenza aperta dagli stessi operai sono quelli classici di tutto il settore: rispetto delle tariffe e maggiorazioni previste dal CCNL, pagamento di tutti gli istituti al 100% (ferie, 13ma, 14ma, ecc.), riconoscimento dei livelli e dell’anzianità, e una ripartizione equa delle ore e dei carichi di lavoro.
Il termine per una possibile interlocuzione con l’azienda era stato fissato per martedì 26 Novembre e, non avendo ricevuto alcuna comunicazione in merito, i lavoratori sono ricorsi allo strumento di lotta più efficace che abbiano in mano, lo sciopero!
Il 28 Novembre, quindi, i lavoratori hanno indetto lo stato di agitazione permanente in tutti i magazzini d’Italia, bloccando per due ore l’intera produzione nazionale. A questo faranno seguito altre iniziative di sciopero improvvise finché l’azienda non darà una risposta sicura e soddisfacente.
Se la Tnt e le cooperative pensano di risolvere il conflitto con ricatti e false promesse commettono un grave errore. In questo periodo, a ridosso delle festività natalizie, i carichi di lavoro per facchini e driver sono triplicati e, di conseguenza, anche i profitti dell’azienda subiscono una notevole impennata. Nelle mani di facchini e driver, passa infatti tutta la merce che riempie i negozi, rifornisce le fabbriche e giunge direttamente a casa del consumatore. Colpire adesso significa provocare un grosso danno economico all’azienda, che si ripercuote sull’intera catena produttiva. Affinché l’intero progetto aziendale di ristrutturazione non si abbatta sui lavoratori, per fermare licenziamenti e cassa integrazione, per non cedere ai ricatti e alle minacce dei dirigenti TNT e dei “capetti” delle cooperative, l’unica strada percorribile dai lavoratori è la lotta!
Assemblea di supporto alle lotte della logistica – Roma