Boicotta la Granarolo!

Boicotta la Granarolo!


Sempre più evidente è ormai l’indirizzo capitalistico di gestire la crisi in senso antioproletario e antioperaio agendo sul binomio mobilitazione-repressione in ambito politico e su quello sciopero-licenziamento in ambito lavorativo. La Granarolo è l’azienda tristemente nota per  aver trattenuto il 35% degli stipendi dei lavoratori del suo comparto logistico come misura contro la crisi aziendale. A questa trattenuta sul salario negli scorsi mesi la lotta dei lavoratori della logistica della Granarolo ha prodotto picchetti davanti ai cancelli della Centrale del Latte, blocchi della circolazione delle merci, scioperi, cortei. A questa lotta lo Stato e la Granarolo hanno risposto con 179 denunce, 41 licenziati e 10 lavoratori mandati in cassa integrazione. E’ intervenuta addirittura la Commissione di Garanzia per il controllo degli scioperi deliberando che vengano impediti gli scioperi che interessano alimenti di prima necessità, quali il latte, i formaggi e lo yogurt (!?!), equiparandoli all’interruzione di pubblico servizio. Un vero e proprio attacco politico al diritto di sciopero. Ma la mobilitazione non si è fermata o intimidita. I lavoratori hanno tenuto botta e nonostante tutti i tentativi di pompieraggio il lungo periodo di lotte che da lì ha preso il via ha visto picchetti, mobilitazioni e solidarietà provenire anche nel resto d’Italia imponendo con la forza ai padroncini delle cooperative il reintegro dei lavoratori. Entro il 31 Ottobre 23 lavoratori  dovevano essere ricollocati e si sarebbe dovuto discutere del collocamento dei restanti 28 lavoratori. Nel frattempo sarebbe dovuta partire anche la cassa integrazione in deroga.

Ad oggi sono solo 9 i lavoratori reintegrati e non c’è traccia di cassa integrazione per nessuno di loro. Provano a prenderli per fame. La Questura  millanta l’espulsione (illegale) dei lavoratori denunciati attraverso la bufala del ritiro del permesso di soggiorno, in quanto si tratta di lavoratori migranti. E’ evidente che intorno alla Granarolo si stia giocando una questione politica più grande della Granarolo stessa e che si giochi anche buona parte del futuro delle lotte della logistica. Chi è abituato a solcare le piazze di questo paese non si stupirà del fatto che il pezzo di capitalismo che i lavoratori si trovano dall’altra parte della barricata è quello più vicino al PD, infatti Granarolo aderisce a Legacoop. Anche la CGIL, che oggi prova a riaccreditarsi nelle lotte della logistica attraverso la proclamazione di un finto sciopero di facciata, non solo ha dimostrato estraneità alla lotta ma come sempre è stata dalla parte dell’azienda. Più interessata alla cogestione dello sfruttamento che all’emancipazione dei lavoratori. La lotta dei facchini della Granarolo è anche la nostra lotta e non è difficile scorgere la relazione diretta tra lotta vertenziale, economica, particolare e lotta politica generale. Oggi più che mai è necessario non far mancare la propria solidarietà attiva e lottare insieme. Da questa esperienza emerge chiaramente che quando la classe operaia trova la capacità di organizzarsi esce fuori il vero mostro di questo paese: il ruolo di gendarme delle lotte svolto dal PD e dalle sue articolazioni, che siano esse sindacati (collusi) confederali, imprenditori,  banche, cooperative dello sfruttamento, giornali, funzionari politici e così via. Ciò è sempre più chiaro nell’esperienza di lotta degli studenti, dei no-tav, dei lavoratori precari o precarizzati. Con buona pace per le loro sedi di partito continuamente devastate.

Per questi motivi come collettivo Militant abbiamo deciso di aderire alla campagna di boicottaggio della Granarolo e sabato ci siamo recati presso l’Ipercoop Casilino insieme all’Assemblea di sostegno alle lotte della logistica (di cui facciamo parte), al Coordinamento di lotta  per la Casa e ai Blocchi Precari Metropolitani per un lungo volantinaggio che informasse la cittadinanza, nel giorno di punta, del comportamento della Granarolo e la invitasse al boicottaggio. Questa iniziativa di per sé non può essere esaustiva ma si inserisce in un contesto di iniziative simili che hanno attraversato l’Italia questa settimana. Chiaramente neanche il boicottaggio di per sé può essere sufficiente ma è un passo che va nella direzione di far conoscere la vicenda il più possibile, creare massa critica e rompere l’isolamento dei lavoratori. Occorrerà organizzarsi nel migliore dei modi e connettere le lotte della logistica (e non) per poter dare le migliori risposte anche su un piano politico perché la vicenda Granarolo è paradigmatica sotto molti aspetti.

Da oggi la nostra dieta (e la vostra) non prevede nessun prodotto Yomo, Pettinicchio o Granarolo. Scarichiamo la Granarolo, scarichiamo l’austerità!