Buffoni!
C’è da rimanere quantomeno perplessi leggendo gli ultimi due articoli di fondo del Corriere della sera. L’altro ieri il serioso giornale dei bauscia meneghini se la prendeva con i centri commerciali, definendoli addirittura non-luoghi (addirittura! Quasi vent’anni dopo Marc Augè, c’è arrivato anche il Corriere, alleluia), mentre oggi il ripensamento avveniva nientemeno che sulle pensioni, descrivendole troppo basse sia in termini reali che rispetto alla media europea. Anzitutto, ci complimentiamo con il Corriere per l’analisi accurata e premonitrice. Difficilmente saremmo arrivati ad analisi di questo tipo, veramente avanguardistiche. Anzi.
Cominciamo con i centri commerciali. Dopo decenni di guerra totale verso ogni forma di partecipazione civile, attaccando e smantellando ogni forma di attivismo sociale, culturale, politico e chi più ne ha più ne metta, oggi gli alfieri di questa battaglia culturale di lungo corso si permettono addirittura di criticare il modello da loro creato, ideologizzato, difeso, esaltato. E no, adesso vi tenete la gente nei centri commerciali, le piazze vuote, le periferie dormitorio, la gente che non va più a votare e preferisce vedere il Grande Fratello ad uscire di casa, e tutto ciò che ne consegue. Anzi, adesso siamo noi che spingiamo in questa direzione. Avete voluto la cultura americana, e adesso ve la tenete tutta quanta. I centri commerciali pieni e le urne vuote, i partiti come inesistenti cartelli elettorali, l’ignoranza diffusa verso ogni problema sociale o politico che non sia prendersela con i Rom, ecc ecc…D’altronde, quando ogni forma di partecipazione politica viene criminalizzata, quando tutto ciò che avviene al di fuori dei partiti di potere viene accostato inevitabilmente agli anni 70’ e al terrorismo, questo è il frutto. La gente preferisce rinchiudersi nei centri commerciali. Ci mancherebbe che adesso ve la prendiate con loro.
L’altro articolo, apparso oggi, riguarda le pensioni. Scopriamo, grazie all’ineffabile articolista corsaro (è anche inutile dire il nome, l’articolo di fondo rappresenta il pensiero di tutto il giornale), che le pensioni in Italia sono basse. Ma cazzo. Non so voi, ma certi articoli fanno veramente andare di traverso tutta una mattinata. Ed è anche inutile e scontato stare qui a ricordare la battaglia ventennale contro le pensioni condotta da ogni parte politica, della nostra generazioni che non ne percepirà alcuna all’età pensionabile alzata ad ogni cambio di governo, dalla guerra civile portata avanti dall’apparato ideologico di regime che ci ha spiegato, dagli anni ottanta in poi, quanto fossimo fortunati ad andare in pensione presto e bene, che i pensionati non si dovevano lamentare, che sostanzialmente stavano rubando i soldi allo Stato che non ne aveva, e amenità varie. Oggi anche i verginelli del Corriere scoprono che la pensione media italiana è di settecento (700) euro, sudati dopo 35 anni di contributi per essere trattati alla stregua di persone che se la spassano alle spalle dello Stato. Anche qui, non provateci nemmeno. Tenetevi le vostre pensioni d’oro, i vostri articoli allarmati, le vostre analisi sociali d’accatto, lo Stato che non ha i soldi, i tagli, il debito pubblico, e ogni altra scusa buona ad abbassare le pensioni, fino a farle scomparire del tutto. Questo avete prodotto e questo vi tenete. Evitate almeno la caritatevole pietà, la commiserazione della miseria. Non ne abbiamo mai avuto bisogno, non inizieremo certo adesso.