Carreteras antimperialistas…
Domenica scorsa è morto in un incidente stradale Oswaldo Payà, il “dissidente” cubano preferito dalla socialdemocrazia europea. Subito dopo l’89 in previsione di un crollo che non c’è mai stato ogni frazione della borghesia internazionale immaginava di sedersi al tavolo della spartizione dell’isola e accreditò come proprio referente questo o quel “dissidente”. Los tiburones del libero mercato non avevano però fatto i conti col popolo cubano e con la sua tenace resistenza. Fatto sta che da allora a Payà toccò fare da sponda al PSE e all’UE pur non rappresentando altro che se stesso. Non avendo mai materialmente commesso reati contro la rivoluzione non è mai stato arrestato per le sue idee, non gli è stato mai torto un capello e fino all’ultimo gli è stato garantito un lavoro in un ospedale pubblico. Lui sosteneva che lo stato cubano facesse questo “per controllarlo” e un po’ ci viene da ridere pensando alle decine di milioni di disoccupati europei che oggi vorrebbero tanto essere “controllati” ma che invece sono abbandonati a se stessi dalle rispettive “democrazie”. Lo piangono la Casa Bianca e l’Unione Europea, Montecitorio gli dedicherà addirittura un minuto di silenzio, noi per non essere da meno lo omaggiamo con una poesia collettiva partorita qualche tempo fa sulla strada che da Jaruco ci riportava a La Habana…