Ci risiamo…riflessioni sulla Siria pensando a Vittorio Arrigoni
Ci risiamo. La strada di rivolte democratiche -che ha come obiettivo l’Iran- sta passando per la Siria. E’ evidente che, procedendo per tentativi, la Siria costituisca la prova del nove. Un po’ come dire: fino a ora ci siamo scaldati, ma se il giochetto ci riesce pure in Siria, possiamo affondare il colpo finalmente su Ahmadinejad. Due anni fa gli era andata male. Nonostante i finanziamenti del Dipartimento di Stato Americano all’opposizione capeggiata di Moussavi, il governo iraniano resse. Resistette perché l’appoggio popolare era forte, e perché il ruolo della C.I.A. era altrettanto evidente. Gli iraniani non ci cascarono. A breve mostreremo un documento video, della solita –e benemerita- “Catia TV” (una TV venezuelana), dove per filo e per segno viene documentato il ruolo statunitense sulle proteste “democratiche” iraniane del 2009.
Tanto per mettere un po’ di luce, Moussavi (quello bravo e democratico appoggiato dagli U.S.A.) è lo stesso accusato dal Tribunale Penale Internazionale per aver spedito armi e organizzato gli squadroni della morte in America Latina, scandalo finito nel mega processo “Iran-contras”, che smascherò gli intrallazzi dell’ex capo del Governo iraniano con gli Stati Uniti in funzione anti-comunista. Lo stesso Moussavi che due anni fa, nel 2009, i democratici europei promuovevano come esponente del cambiamento democratico iraniano.
Attenzione, non stiamo facendo un calderone di tutte le rivolte, men che meno stiamo giocando al piccolo complottista: non tutte le rivolte sono state uguali, come ripetiamo da mesi, e più di qualcuna evidentemente non ha superato la “prova di sincerità” (mettiamola così..). Inoltre, qui stiamo citando dati e notizie reali e confrontabili.
Questo esempio serve per introdurre il discorso sulla Siria. Qualche giorno fa abbiamo chiarito quali siano i canali di finanziamento dell’”opposizione democratica” siriana. E, tanto per non farci mancare niente, ecco chi sono i sostenitori della rivolta siriana:
Ma certo! Questi giovani democratici con le bandiere nere, che oggi hanno manifestato in favore delle proteste siriane, sono nient’altro che i “salafiti”, cioè quella corrente islamica ultra-radicale che ritiene che anche Hamas sarebbe in combutta col nemico israeliano. Ora, questi salafiti (di cui veramente non se ne sentiva la mancanza), vengono manovrati da Israele né più né meno come Israele stessa fece con Hamas all’inizio della sua nascita, nella seconda metà degli anni ottanta. Ovviamente in questo caso non ci sono prove, d’altronde come potremmo averne. Ma noi, che siamo compagni, lo sappiamo. Un po’ come quando Pasolini diceva di sapere chi c’era dietro le stragi degli anni sessanta e settanta. Lo sapeva, ma non aveva le prove. Ma lo sapeva, esattamente come lo sappiamo noi, senza avere bisogno di verità giudiziarie o processuali a nostro favore.
Hamas venne creata da Israele, finanziando gli integralisti islamici in funzione anti-FPLP. Hamas ebbe la funzione di disarticolare il ruolo del Fronte Popolare, rompendo la forte solidarietà internazionalista, e immettendo inoltre la tematica islamica in una terre sempre restia agli integralismi religiosi e fino a quel momento relativamente laica. Poi, una volta organizzata, finanziata e attivata politicamente, Hamas sfuggì di mano ad Israele. Ormai non servivano più le protezioni e i finanziamenti israeliani. Hamas si era trasformata non solo in un gruppo politico autonomo, ma in un vero e proprio cazzoperilculo per Israele. Da quel momento, la lotta senza quartiere verso i “terroristi” di Hamas non ha ancora fine. E fra i mezzi messi in campo dall’entità sionista c’è anche la creazione e il finanziamento di presunti gruppi ancora più radicali di Hamas stessa. Sono cose che ovviamente non si sapranno mai, o forse fra qualche anno tramite qualche fuga di notizie, magari da Wikileaks. Ma noi lo sappiamo che è così, perché è così che da sessant’anni Israele conduce la sua guerra santa contro la Palestina. Ed è per questo che dietro la morte di Vittorio Arrigoni c’è Israele. Non la scheggia impazzita del micro gruppetto deviato della corrente dei salafiti. Quello è solo fumo negli occhi ad un pubblico poco attento. Noi sappiamo chi è stato.
Detto questo, cosa c’entra tutto questo con la Siria? Perché è la stessa logica che governa tutti questi processi. Si fa finta di fare la guerra al terrorismo internazionale, per poi finanziare segretamente i gruppi radicali islamici per poter portare l’attacco al cuore del nemico. E la Siria, in questo contesto e in questa fase, è il nemico pubblico numero uno di Israele e degli Stati Uniti. Nemico perché è un paese laico e socialista. Nemico perché è un paese antimperialista, che proprio qualche mese fa è entrato nell’ALBA chavista, e cioè nell’Alleanza bolivariana per le Americhe, unico paese non americano a farvi parte. Nemico perché, insieme ad una serie di altri stati (Iran, Venezuela, Bolivia, Cuba, ecc…), rappresenta, oggi, il fronte antimperialista più efficace e quello che sta creando i maggiori problemi al cuore dell’impero.
Tutto questo significa che in Siria c’è un governo davvero socialista, un governo davvero democratico? Noi non lo crediamo. Noi pensiamo che anche in Siria si dovrebbe cambiare. Ma il cambiamento deve avvenire nel quadro dell’antimperialismo, il cambiamento dovrà avvenire dai comunisti siriani, che, al contrario di altri paesi, esistono e una parte di essi stanno anche al governo.
Il cambiamento non può avvenire da questa gente:
Thank you, BBC!
Non perché all’interno di questa manifestazioni non siano presenti anche elementi di reale e sincera insoddisfazione popolare per la situazione sociale siriana. Ma i giochi politici conducono altrove, ed esattamente ai Fratelli Mussulmani siriani finanziati dagli U.S.A. in questi anni. Per normalizzare la Siria, renderla docile, e soprattutto governabile da Israele. E via, dunque, ai morti riportati da uno che ha sentito un altro che ha visto un morto in una manifestazione (la notizia, d’altronde, è riportata così: “E il pesante bilancio pare destinato a salire prima di sera. La Bbc, che cita testimoni oculari e attivisti…” e via dicendo, senza mai vedere il morto, ma rincorrendo la notizia che poi gira e si moltiplica, senza mai la prova, il fatto..) Poi diventano subito quaranta. Per passare, un minuto dopo, a sessanta. Sempre in numero pari, sempre quel numero che sciocca l’opinione pubblica.
Noi, in nome di Vittorio Arrigoni, ci opponiamo a tutto questo, cercando di rimanere lucidi, anche di fronte all’imbarbarimento informativo che ci sta attanagliando.