Ciao Paolo
Si è spento all’età di 42 anni un grande protagonista del calcio laziale, un uomo vero, un compagno. Ci ha lasciato dopo una lunga malattia combattuta con dignità fuori del comune. Ci ha lasciato da allenatore dilettante più titolato di sempre. Ci ha lasciato e non avremmo voluto. Noi vogliamo ricordarlo non unendoci però ai peana delle gazzettine locali, perchè Paolo Testa era molto di più che un grande allenatore e appassionato di calcio. Paolo era un compagno,un fervente comunista, un antifascista vero. Un esempio per tutti. Anticomformista nell’atteggiamento e così lontano da quello stereotipo dell’allenatore tutto aplomb e taccuino, con quelle sue magliettine che sfoggiava durante le finali scudetto che puntualmente vinceva, sentiva e sapeva di appartenere a qualcosa di più grande. Così come quella squadra che fu del nonno Vittorio prima e poi del padre Massimo non era una squadra qualunque: è L’Unione Sportiva Tor Di Quinto, la società fondata da un manipolo di compagni del PCI nel 46 che è oggi una delle società più importanti d’Italia (leggi) sul cui campo non campeggiano i vessilli del comune (che Alemanno ha disseminato per tutti i campi di Roma nel disperato tentativo di legittimarsi) o le bandiere d’Italia, bensì quelle dell’amata Cuba e quella rossa. Immancabile.
Ora il faccione sorridente di Paolo detto “Pizzo” sarà tra Lenin e Castro, i suoi miti,nella segreteria della società più rossa di Roma.
Oggi, giorno dei tuoi funerali, vedere la tua bara portata a spalla da giovani calciatori in campo tra le note di Stalingrado è stata un emozione senza eguali.
No, non passerà mai la feccia fascista nè suoi campi di calcio nè per le strade.
Hasta siempre Paolo!