Col senno di poi…
Marzo 2010. Due macchine arrivano a tutta velocità a Piazza Euclide, cuore pulsante della movida pariolina. Ne scendono alcuni giovanissimi, i giornali scriveranno che sono tutti “stranieri”, sembrerebbe filippini. I giovani sono determinati a vendicare l’aggressione subita da un loro amico e si avventano contro un gruppo di coetanei seduto sulle scalinate della chiesa. Volano insulti, poi calci e pugni, e alla fine, nella rissa che ne segue, gli unici a rimetterci saranno i figli della Roma bene. Tra loro c’è anche il primogenito del sindaco di Roma. Confessiamo che quando all’epoca leggemmo la notizia ci scattò un immediato e spontaneo moto di solidarietà. Ovviamente per i migranti. Si, vabbè, nello scontro non c’era niente di “politico”, era roba di comitive, ma è risaputo che le vie dell’odio di classe sono infinite, e spesso anche tortuose. Il fatto che tra i malmenati ci fosse anche Manfredi Alemanno, anzi , come lo ribattezzarono subito i giornali, DJ Manfro, fece diventare il fatto una “notizia“. Nei giorni seguenti più di un articolo venne infatti dedicato alla cosiddetta “emergenza baby gang” e in quasi tutti il pargolo del sindaco veniva descritto esclusivamente come una vittima. L’imberbe ragazzino, per nulla avezzo alla politica o alla violenza e la cui massima aspirazione era gestire la consolle di qualche discoteca. Oggi leggiamo che DJ Manfro sarebbe stato eletto alla Consulta cittadina nelle liste del Blocco Studentesco, quel “simpatico” gruppo di fascisti ventenni che ama tanto aggredire gli studenti fuori dalle scuole (sempre in tanti contro pochi, sempre più grandi contro più piccoli, sempre parati dai loro amici in divisa), e il pensiero è corso a quelle due macchine di giovani orientali, chissà, magari sono ancora in giro…