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Sabato scorso, in occasione del 25 aprile e nell’ambito della “Liberation fest” sono stati presentati a Roma due interessantissimi volumi editi dalla Purple Press: La legione romana degli Arditi del Popolo e Il libretto rosso dei partigiani.
I due libri, non a caso collocati dalla casa editrice nella stessa collana, affrontano i due capi di quel filo rosso che ha attraversato la capitale per tutto il ventennio collegando e contaminando espressioni e forme differenti dell’antifascismo popolare romano. Il libretto rosso dei partigiani, come recita il sottotitolo, è in realtà un manuale di sabotaggio redatto da mani anonime nel 1943 e destinato a trasformare ogni semplice cittadino o lavoratore in un potenziale combattente per la libertà capace di sabotare ed ostacolare i nazifascisti. Per favorirne la diffusione fu stampato all’interno dell’orario dei treni dell’epoca e contiene una quantità impressionante di informazioni dettagliate su come bloccare impianti industriali, causare cortocircuiti alla rete elettrica o impedire gli spostamenti dei mezzi nemici attraverso la manomissione della pavimentazione stradale. Dalle pagine di questo vero e proprio vademecum della guerriglia partigiana traspare, a nostro avviso, anche dell’altro. Si percepisce, ad esempio, l’enorme conoscenza e preparazione tecnica di cui era depositaria la classe operaia dell’epoca. Un proletariato la cui composizione sociale ruotava essenzialmente intorno alla figura dell’operaio “di mestiere”, il figlio dell’officina che negli anni ’60 dovrà cedere il passo all’operaio-massa della catena di montaggio fordista.
Altra cosa, invece, è il lavoro di Valerio Gentili, un giovane storico romano (e d’area) che ricostruisce minuziosamente tutta la vicenda degli Arditi del Popolo. Corroborato da un’importante apparato di fonti e citazioni il volume è al tempo stesso opera scientifica e narrazione avvincente degli avvenimenti spesso misconosciuti che scossero Roma e i suoi quartieri popolari tra il 1921 e il 1922. San Lorenzo, Trastevere, Trionfale, Testaccio e migliaia di popolani romani sotto la guida della parte più progressista del combattentismo riuscirono a tenere testa alla violenza squadrista. Una vera e propria milizia proletaria, capace da sola di reggere l’urto del fascismo dando luogo ad un vera e propria epopea, questo almeno fin quando l’arditismo popolare non venne indebolito dalla pochezza e dal settarismo dei partiti operai (elemento che ritorna ciclicamente nella storia d’Italia)che, incapaci di comprenderne le potenzialità e l’importanza, contribuirono a spianare la strada al colpo di stato fascista.
Noi abbiamo fatto alcune precise dichiarazioni: la fenomenale insipienza ciarlona dei cosiddetti partiti e organizzazioni d’avanguardia e specialmente l’infinita vigliaccheria dei loro dirigenti; lo squagliamento di certi eroici capitani degli Arditi del popolo (Mingrino, NdA) il contegno ignobilmente passivo di tutta la democrazia più o meno sociale e il favoreggiamento di molti grossi e piccoli gallonati, in fregola di diventare altrettanti marescialli di un nuovo Napoleone, hanno favorito il colpo di mano del fascismo.
L’Avanguardia Sociale del 23 gennaio 1923
La reazione infuria contro gli Arditi del popolo, è logico. Gli Arditi costituivano una forza dinamica capace di risolvere la situazione più difficile e pericolosa. La storia è fatta dagli uomini. Essi, con la loro volontà, forzano la situazione e determinano gli urti favorevoli al compiersi dei rivolgimenti sociali. Noi vogliamo appunto compiere l’opera difficile ed ardua dell’educazione della volontà e della formazione del carattere, di cui difettano gli italiani e specialmente coloro che si dedicano alla politica. E con l’arco della nostra volontà, teso fino allo spasmo, noi siamo decisi, nella grave ora storica che passa, a creare quelle correnti di pensiero e azione che sono necessarie per infrangere tutti quegli ostacoli che si frappongono alla nostra incoercibile e irresistibile avanzata.
Argo Secondari, Comandante degli Arditi del popolo
Si tratta insomma di due volumi che non dovrebbero mancare nelle librerie dei compagni più consapevoli o che quantomeno vale la pena di leggere. E poi, hai visto mai che il manuale di guerriglia tornasse utile…
La legione romana degli Arditi del Popolo/Valerio Gentili/Purple Press/235 pg/14,90 euro
Il libretto rosso dei partigiani/Cristiano Armati (a cura di)7Purple Press/119 pg/9,90 euro