Consigli (o sconsigli) per gli acquisti
Qualche tempo fa, recensendo la saga di Stieg Larsson, ci eravamo dilungati nell’elencare quelle che per noi erano le potenzialità letterarie racchiuse in alcuni di quei libri che la critica “alta” ha spesso catalogato con disprezzo come “narrativa di genere” nell’intento di relegarli così alla serie B della letteratura popolare (leggi). Ebbene, a qualche mese di distanza da quel post (spinti da una recensione entusiasta di Massimo Carlotto) abbiamo avuto la fortuna di leggere uno dei più bei noir degli ultimi anni (e credeteci, ci stiamo tenendo bassi nel giudizio) che ci sembra confermi con l’empirica concretezza di carta ed inchiostro quanto andavamo sostenendo.
Stiamo parlando de Il potere del cane di Dan Winslow, un libro mandato alle stampe lo scorso giugno dai tipi della Einaudi nella collana Stile Libero purtroppo con oltre quattro anni di ritardo rispetto all’uscita negli USA. Ed è un libro che vi consigliamo vivamente di leggere visto che si tratta di oltre settecento densissime pagine scritte in maniera superba,con uno stile asciutto e diretto,tagliente come la lama di un rasoio e che vi costringerà ad una lettura quasi compulsiva. Il tutto sorretto da una struttura narrativa che non mostra mai sbavature e che anzi poggia su un’architettura molto “cinematografica” tanto che spesso si ha la sensazione di trovarsi di fronte alla sceneggiatura di un ottimo film. Il potere del cane, però, è molto di più di un puro ed autocompiacente esercizio stilistico. Dietro c’è una Storia con la S maiuscola e soprattutto c’è la dimostrazione concreta di tutta la spietatezza critica di cui può essere capace il noir “sociale”. Winslow ci svela meglio di mille saggi e trattati cosa si celi veramente dietro la cosiddetta “guerra alla droga” intrapresa dagli Stati Uniti; e lo fa narrando l’epopea di alcuni narcos e poliziotti della DEA che vengono mossi come pedine sullo scacchiere geopolitico latinoamericano, e nel farlo l’autore non omette nulla. Scrive degli esuli anticastristi appoggiati dalla CIA e dei loro traffici di armi e stupefacenti, della guerra sporca in El Salvador e del modo con cui venivano armati i Contras in Nicaragua, delle operazioni coperte in Honduras e del Plan Colombia, delle milizie paramilitari che ancora oggi massacrano i campesinos con le armi nordamericane e delle drammatiche conseguenze sociali del NAFTA, delle maquiladoras messicane e dell’orrore di Fort Benning, della rivolta in Chiapas e delle FARC, delle macchinazioni dell’Opus Dei e dell’utopia concreta dei teologi della liberazione. Winslow finisce così col tratteggiare, chissà quanto involontariamente, anche una contro storia degli ultimi 30 anni del Cono Sur mettendo le amministrazioni USA sul banco degli imputati insieme ai loro lacchè a sud del confine, cosa questa che sembra gli sia già costata numerose minacce di morte soprattutto da parte di alcuni esponenti della corrottissima polizia messicana di cui l’autore traccia un ritratto impietoso. Insomma, anche se il libro non è proprio economico (22 euro!!!) a nostro avviso si tratta di soldi ben spesi (oppure, se ci riuscite, prendetelo “in prestito”).