COSA STA SUCCEDENDO A MONTESACRO?
Dopo anni di silenzio e di sveglie prese in giro per la città, i neofascisti del terzo millennio sono tornati a far parlare di sé. Infatti, da martedì scorso tengono in ostaggio 17 famiglie nella loro “occupazione”, oltre a provocare numerosi disagi al quartiere, uno dei più popolosi e popolari di Roma. Ma andiamo con ordine e partiamo dalle premesse, per capire perché proprio adesso i mentecatti fascisti tornano a farsi sentire.
In questi giorni i movimenti di lotta per la casa stanno conducendo una battaglia per inserire nella delibera per l’emergenza abitativa tutta una serie di occupazioni abitative avvenute dopo il 2006 e non presenti nel documento. Si richiedeva sostanzialmente un ampliamento di tale delibera, riconoscendo il fatto che l’emergenza abitativa a Roma, lungi dall’essere risolta, col tempo si è andata sempre più ingrandendo, e quindi quelle occupazioni che nel frattempo si erano andate a costituire erano semplicemente il sintomo di tale disagio sociale. Questa è una situazione palese, perfino per le povere menti comunali, che facendo buon viso a cattivo gioco hanno accettato il confronto; non prima, ovviamente, di sgomberi di alcune occupazioni avvenute in questi giorni, e dopo numerose iniziative dei movimenti che hanno fatto scendere la controparte comunale a più miti consigli.
In questo contesto si inserisce perfettamente il ritorno pubblico di Casapound, associazione altrimenti scomparsa dal contesto politico cittadino. E infatti proprio a Casapound, manovrata dai suoi assessori presenti direttamente nella giunta comunale, come il vice capo gabinetto del sindaco Lucarelli, è stata commissionata l’opera di disturbo del confronto politico fra comune e movimenti. Visto il sostanziale cedimento del comune di fronte all’evidente emergenza sociale rappresentata dalla questione casa, ai fascisti è stata consentita l’occupazione di uno stabile a Montesacro.
Perché proprio in questi giorni, e perché proprio a Montesacro? L’occupazione, nella mente dei solerti strateghi del comune, è funzionale sotto due punti di vista: nel migliore dei casi, questa occupazione verrebbe inserita nell’ampliamento della delibera e quindi, legittimata dal comune, diverrebbe intoccabile. Così, sfruttando il lavoro e la lotta dei movimenti, i viscidi neofascisti verrebbero riconosciuti anch’essi fra coloro che portano avanti la lotta per la casa a Roma. Nel peggiore dei casi, invece, uno sgombero di tale occupazione avrebbe come contropartita lo sgombero di uno dei numerosi posti occupati dai movimenti nel IV Municipio. Quindi, per la logica del compenso, i fascisti manovrati dal comune otterrebbero lo stesso il risultato, o rientrando nella delibera o provocando lo sgombero di un posto sociale. Tra l’altro, inquinando il dibattito su questa delibera, cercando di far fallire la trattativa.
E’ evidente tutto questo, come dimostra la pantomima portata avanti martedì scorso. Una volta garantiti dall’assegnazione di un posto “occupabile” in via val d’Ala, i fascisti hanno provato la provocazione di occupare un posto a cinquanta metri dalla casa di Carla Zappelli, madre di Valerio Verbano. Oltre all’evidente provocazione politica, neanche quei geni del crimine di Casapound avrebbero davvero potuto pensare di tenersi una scuola pubblica prossima all’apertura, ma loro d’altronde sapevano bene quale era la contropartita. Ovviamente, la risposta cittadina è stata tale da allertare immediatamente le forze dell’ordine e procedere così al finto sgombero. Ma di sgombero, appunto, non si è trattato, e soprattutto la mobilitazione cittadina non ha determinato lo spostamento dei fascisti. I fascisti già sapevano di dover andare in via val d’Ala, ma il passaggio provocatorio serviva a rafforzare politicamente le loro intenzioni. Una volta “già” sgomberati, era difficile essere di nuovo mandati via da via Val d’Ala. E così infatti è andata, e per il momento rimangono sempre li, presidiati perennemente da volanti e camionette della polizia, messi sotto pressione da continue manifestazioni. Anche perché, in tutto questo, il quartiere di certo non ha preso bene l’occupazione dei ratti, e nei dintorni sembra essere sempre il 31 dicembre verso le 23.55 (a buon intenditor..). Ci dispiace solo per quelle “povere” famiglie prese in ostaggio col miraggio della casa. Addirittura qualche extracomunitario, a quanto sappiamo, e qualche disagiato di Vigne Nuove, ignaro di essersi messo in mano a gente che non solo non ha mai fatto nulla per la casa, ma che piuttosto rappresenta il problema della casa a Roma. E infatti, i simpatici neofascisti sono gli stessi che stanno nella giunta comunale attraverso i loro assessori e consiglieri comunali e municipali. Lucarelli, Cochi, Cassone, Santori, per non parlare di Antonini, tutti personaggi più o meno ammanicati con Casapound, che controllano di fatto la politica cittadina. La controllano, ovviamente, col beneplacito dei palazzinari contro cui i neofascisti del terzo millennio vorrebbero scagliarsi.
Detto ciò, perché insistere proprio su Montesacro? Perché Montesacro rappresenta uno degli ultimi quartieri popolari e veramente antifascisti della città. L’importanza di questo quadrante per la vita politica di Roma è evidente. Non solo qui, nelle borgate di Val Melaina e del Tufello, sono nati i primi collettivi autonomi operai, e la sinistra antagonista mantiene ancora, nonostante tutto, un forte radicamento sociale; ma rappresenta uno degli ultimi quartieri della ex cintura rossa della capitale ancora rimasti immuni dal degrado sociale rappresentato da gran parte delle altre periferie romane e non solo. E, nonostante la perdita di terreno storica della sinistra, uno dei pochi quartieri dove la banda Alemanno fatica a entrare e ad attecchire socialmente. Dove le bische o le comitive, dove i bar e i ritrovi dei giovani ancora in parte rimangono immuni alla deriva neofascista qualunquista che ormai ha preso piede in altre periferie urbane. E soprattutto, Tufello e Val Melaina sono ancora zone di compagni, dove numerose sono le case occupate, i centri sociali, le palestre popolari, come l’Astra occupato, la Palestra popolare Valerio Verbano, l’occupazione socio-abitativa Puzzle, senza contare le numerose case e palazzi occupati a scopo abitativo, che noi conosciamo bene.
Insomma, un territorio da normalizzare, nella mente di Alemanno e soci. Ed è proprio qui che entrano in gioco i neofascisti, lo strumento principale che ha in mano il comune per sedare e riportare all’ordine ogni situazione non controllabile. I fascisti fungono da longa manus. Alimentando lo scontro politico sfruttano la chiacchera degli opposti estremismi, riducendo tutto il percorso politico ultradecennale in problema di ordine pubblico. Certo, i fascisti si possono sgomberare, è il discorso, ma se vale per loro deve valere anche per i compagni. E poi le denunce, le restrizioni, i controlli polizieschi. In questi giorni Montesacro è sotto assedio per la presenza di una banda di nazisti guidata da Lucarelli e dal sindaco Alemanno. Cerchiamo di non cascare nella provocazione: i fascisti vanno sgomberati, non dalla polizia, ma dalla politica. Da noi. Cerchiamo di non ripetere gli errori del passato di cui ancora paghiamo le conseguenze. La presenza fascista organizzata, dentro un quartiere popolare, purtroppo non è più una novità, ma proprio l’esempio ormai storico di altri quartieri dove la presenza fascista è stata tollerata, ha portato quelle zone a mutare di forma e addirittura di vivibilità e agibilità politica. Quale sia lo strumento, i nazisti entro pochi giorni se ne devono andare da Montesacro.