Dal Rojava alla Palestina, Leonardo assassina!
Mentre la guerra diventa prepotentemente lo strumento di risoluzione delle controversie internazionali, mentre la sua barbarie si dispiega in tutta la sua violenza sotto forma di genocidio, ecocidio, esodi di massa, fame, feriti e sofferenze di ogni genere, Leonardo festeggia.
Festeggia l’aumento esponenziale degli ordini, dei ricavi e ovviamente dei profitti: + 15% di ordini per gli elicotteri, + 21% per la Cyber sicurezza, +33% per i velivoli. Quei velivoli quali l’AW119K che a maggio scorso sono stati consegnati alla Israeli Air Force nel silenzio generale della servile informazione del nostro paese.
Leonardo SPA infatti è un’azienda multinazionale ma è una multinazionale da 16 miliardi di fatturato tutta italiana: oltre il 30% del suo capitale è detenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il Ministero della Difesa è il suo principale committente. Ha inoltre istituito la fondazione Medor con cui gestisce collaborazioni di ricerca e relazioni internazionali: la fondazione è presieduta da quell’ex ministro Minniti che ricordiamo per aver militarizzato le frontiere di quel mar mediterraneo che da culla della civiltà ne è diventata la sua tomba.
In piena continuità tra il governo Draghi e quello Meloni, viene recentemente nominato amministratore delegato Roberto Cingolani, il fisico voluto da Draghi non al ministero dell’ambiente ma a quello appositamente rinominato della transizione ecologica. E’ chiaro infatti che il tema non era allora come non è oggi quello di tutelare l’ambiente e la salute degli esseri viventi che lo abitano ma la crescita dei profitti.
Nel rapporto Draghi sul futuro della competitività europea un ruolo di inedita centralità è rivestito dall’incremento degli investimenti e dal rafforzamento della condivisione delle risorse e dei risultati per la ricerca e sviluppo in ambito militare. Nel rapporto per la prima volta si ipotizza che i finanziamenti comuni europei in R&S nel settore della difesa per segmenti nuovi o tecnicamente complessi – come i droni, i missili ipersonici, le armi a energia diretta, l’intelligenza artificiale per la difesa e la flotta da guerra per fondali marini e spazio – debbano essere coordinati a livello europeo e che a tale scopo si possa e si debba emettere nuovo debito comune. Dopo il PNRR quindi il nuovo debito che le future generazioni dovrebbero ripagare è quello che investe nella distruzione del pianeta e delle genti che lo abitano. L’Italia è già oggi il sesto paese al mondo per esportazioni belliche. Il primo e più importante sbocco di questo commercio di morte è verso la Turchia il cui protagonismo nella crisi siriana e nel massacro del popolo curdo è oggi sotto gli occhi di tutto il mondo.
L’Italia è il quarto tra i maggiori fornitori di armi ad Israele aggiudicandosi a pieni voti il titolo di complicità in genocidio.
Per questo oggi siamo entrati nei cancelli, abbiamo messo i nostri corpi in gioco, come è già stato fatto a Torino, ad Edimburgo, come speriamo sarà fatto mille altre volte per denunciare, sanzionare e infine bloccare una fabbrica di morte, per gridare che più armi si producono più queste saranno vendute e usate. Siamo student* la cui voce avete ignorato quando abbiamo chiesto la fine di ogni accordo di ricerca con le università e le istituzioni israeliane anche di quella ricerca che appare per fini civili ma poi viene utilizzata in ambito militare. Siamo coloro che hanno promosso lo sciopero generale contro la guerra e l’economia di guerra perché la mattina è difficile anche andare a lavorare quando si lavora con i salari più bassi d’Europa e si produce per favorire questo scenario di miseria. Siamo ambientalist* tanto cari al vostro AD Cingolani che continueranno a mobilitarsi contro la vostra falsa e mortifera narrazione, siamo dalla parte giusta della storia che non vi assolverà.
Free Palestine – Free Rojava – No one is illegal