Deporte derecho de el pueblo
Il vice-Ministro dello Sport di Cuba, Alberto Juantorena (storica figura dell’atletica olimpica cubana) ha partecipato lo scorso giovedì 19 febbraio ad una tavola rotonda, incontrando i movimenti che costruiscono, praticano e diffondono l’idea di uno sport popolare a Roma. Di per se, è un ottimo risultato; una testimonianza di solidarietà per chi vede nel modello cubano un tono forte con cui dipingere una nuova idea di sport: sport come diritto, sport come accesso gratuito, sport come colonna portante nella formazione etica e culturale dell’individuo. Ma l’incontro al CSOA Corto Circuito ha messo in luce una effettiva volontà di apprendimento, ha evidenziato la necessità di stabilire un dialogo più continuo e intenso con chi ha mostrato attraverso lo sport il pieno successo di un modello di stato sociale alternativo. La Palestra Popolare del Corto Circuito, i nuovi occupanti della palestra del Quadraro, La Palestra Popolare di San Lorenzo, i ragazzi della Valerio Verbano e gli All Reds… fino a chi come noi fa della solidarietà con Cuba un’arma con cui combattere ed apprendere nello stesso momento, e chi – come Claudio D’Aguanno – di sport popolare e delle lotte di quartiere ne sa una più del diavolo. Tutti intorno ai tavoli, a sentire “el Caballo” che ci parlava del ruolo sociale dello sport, mettendo in evidenza l’abisso che ci separa: la fruibilità di un servizio gratuito supportato – nel piano di formazione infantile dei bambini – dall’impegno per la completa alfabetizzazione nell’isola (obiettivo raggiunto da tempo); la gestione delle risorse (umane in primis), distribuite secondo i livelli di necessità nei vari settori sportivi; il ruolo-chiave dell’ INDER (Istituto Nazionale dello Sport, Educazione fisica e Ricreazione), il suo coinvolgimento a livello municipale, nella partecipazione e nell’autogestione degli impianti sportivi (avvalendosi della collaborazione dei CDR di quartiere). Una ricetta dai mille ingredienti, un crogiolo di volontà e aspettative che vede impegnate 134mila persone nel settore sportivo (comprese le associazioni che si occupano della reintegrazione degli individui nelle carceri attraverso programmi sportivi); la risultante, dunque, della massificazione dello sport, di un riscatto sociale che passa anche attraverso la migliore qualità della vita dovuta ad una migliore qualità dello sport. Il connubio tra sport e salute, l’interazione tra educazione e sport. Juantorena, maestro nelle piste d’atletica, ci insegnava quali corde stimolare per far decollare i progetti di chi, oggi, in un paese afflitto dall’implosione del sistema neoliberista, sperimenta vie alternative per garantire l’accesso ad un sistema di formazione sociale. Ci venivano fornite le indicazioni di massima con cui affrontare questa battaglia, ci veniva dato riconoscimento di una vittoria (quella dell’aver garantito lo sport in molti quartieri) che di per se rappresenta solo l’inizio di una lunga marcia di riforma; più che una riforma una rivoluzione, diciamo noi.
Seguimos en combate…