Dicono i muri

Hanno scritto che si era trattato di una sparatoria, ma quando qualcuno spara alle spalle ad un uomo disarmato non è una sparatoria: è un’esecuzione. Hanno scritto che c’era stato un tentativo di furto, ma cercare lamiere in una fabbrica abbandonata per costruirsi una baracca non è rubare: è tentare di sopravvivere in un paese di merda dove vieni pagato pochi euro al giorno per spezzarti la schiena nei campi. Da una parte e dall’altra ora stanno provando a specularci sopra politicamente, dimenticandosi che sono stati loro gli artefici e i complici di questo “ritorno al passato”. Hanno riportato i rapporti di lavoro all’ottocento, hanno reintrodotto la schiavitù e l’hanno chiamata modernità. Soumaila Sacko era un bracciante nero nell’Italia del XXI secolo, era un militante sindacale dell’USB, era un proletario, uno di noi, ed è stato assassinato per questo motivo. Ma prima o poi il nostro giorno verrà, ne siamo certi, e quel giorno pagheranno caro… e pagheranno tutto.