E’ il bipolarismo, bellezza!

E’ il bipolarismo, bellezza!

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Ieri, con l’astensione di PD e IDV, è passato al Senato il disegno di legge delega “anti-fannulloni” del minimistro Brunetta. Appare sempre più evidente come, lasciando da parte le moine da talk show e il marketing elettorale, nella sostanza, quando si tratta di attacare i diritti dei lavoratori, i due schieramenti finiscono immancabilmente per sovrapporsi. La campagna mediatica partorita dal governo e avallata dalla cosiddetta opposizione (l’astensione al Senato equivale ad un voto favorevole) è pericolosa, oltre che sbagliata, per tutta una serie di ragioni che diventerebbe noioso elencare. Proviamo a indicarne 3. Primo: ancora una volta si individua nei lavoratori il problema dello sfascio della cosa pubblica, e non nella gestione clientelare e banditesca di chi la controlla (basta leggere i quotidiani di questi giorni). Secondo: si continua a spacciare la favoletta secondo cui il privato equivarrebbe a servizi più efficienti ed economici rispetto al pubblico indicato come sinonimo di spreco. Questo senza avere mai l’onesta intellettuale di ammettere che tutte le privatizzazioni si sono tradotte soltanto in grosse speculazioni per i capitalisti senza nessun vantaggio per i “consumatori” (basta leggere una bolletta). Terzo: col classico giochetto della divisione tra buoni e cattivi si cerca di impedire l’unità dei lavoratori, contrapponendo quelli del pubblico con quelli del privato, quelli delle aziende con più di 15 addetti con quelli delle piccole imprese, quelli “garantiti”o con quelli atipici… e proponendo sempre e soltanto la stessa ricetta: precarietà, livellazione al ribasso dei salari e sottrazione di diritti. Non c’è da meravigliarsi, poi, se alle urne si presenta solo il 50% degli aventi diritto al voto (com’è successo in Abruzzo). Da una parte ti propongono merda secca, dall’altra merda sciolta, ma alla fin fine… sempre di merda si tratta. E adesso non diteci che siamo qualunquisti.