Facciamoci i conti in tasca…
In questi tempi cupi di caccia alle streghe rispetto a ogni euro transitato per la politica, di antipolitica folgorante e di grillismo strisciante, essere limpidi e chiari rispetto a ogni entrata economica acquista ancora più valore. Come sapete, non percepiamo (purtroppo) alcun tipo di entrata fissa, e tutta la nostra attività politica viene pagata con le nostre tasche (non abbiamo comuni di Roma amici che ci comprano il palazzo in centro come i fascisti del terzo millennio, insomma). Quelle poche volte che però organizziamo eventi pubblici che hanno come scopo principale quello di raccogliere fondi per continuare a fare politica, allora è meglio essere cristallini. Non per atteggiamento difensivo, per mettere le mani avanti rispetto ad eventuali illazioni, ma perché siamo convinti, ben prima degli anticasta di professione, che rendere pubblico tutto ciò che guadagniamo sia una componente necessaria per fare politica e avere credibilità. Fare politica costa, ci vogliono i soldi, ed è necessario recuperarli da qualche parte. L’importante è però essere chiari, soprattutto (e non è retorica), verso tutti quei compagni che sabato sono venuti al Cinodromo e ci hanno dimostrato la loro solidarietà militante nei nostri confronti.
Veniamo a noi. Sabato ci sono stati 1.000 paganti (precisamente, 977), il biglietto d’ingresso costava 8 euro e dunque il concerto ha portato un introito di circa 8.000 euro. Di questi 8 euro d’ingresso, i Punkreas si prendevano 5 euro ad ogni biglietto. Sembra tanto, ma hanno deciso di condividere il rischio con noi non chiedendoci alcun compenso. Se la serata andava male, sarebbe andata male anche per loro. Da questo punto di vista, come sotto altri aspetti, a loro e alla loro organizzazione va tutto il nostro rispetto. Siccome abbiamo un minimo di esperienza sul campo, sappiamo benissimo che un discorso del genere lo avrebbero fatto davvero in pochi, anche nei gruppi d’area. Anzi, è un discorso che non fa quasi più nessuno. E stiamo parlando di un gruppo con una certa notorietà, non un gruppo del nostro ristretto giro militante. Detto questo, quindi, i Punkreas come compenso hanno preso circa 5.000 euro (altra precisazione, all’albergo e al viaggio hanno pensato loro senza chiederci niente).
I soldi necessari ad organizzare l’evento (affitto luci e amplificazione, stampa manifesti, fonici, striscioni, cene e catering vari, trasporto, pagamento del DJ set, più molte altre cose) sono stati 2207 euro. Dunque, dei 3.000 euro avanzati dalle entrate derivanti dai biglietti – le nostre uniche entrate – 2207 euro se ne sono andati per pagare tutta l’organizzazione. Ricordiamo che l’anticipo per tutta l’organizzazione, cioè questi 2.000 euro circa, sono usciti tutti dalle nostre tasche, autotassandoci.
Dunque, 3.000 euro circa – 2207 euro = 793. Questi 793 euro è ciò che abbiamo guadagnato effettivamente sabato. A questi va aggiunta la sottoscrizione che i DJ del Torretta Stile ci hanno voluto elargire, sottoscrizione di 100 euro. Anche rispetto a questo, va tutto il nostro ringraziamento e il nostro rispetto. Non era dovuto, non era richiesto, non era consigliato. Hanno messo i dischi, sono stati pagati e ci hanno donato 100 euro.
C’è poi il capitolo materiale. Abbiamo stampato 3 nuove magliette per l’occasione, stampa che ci è costata 550 euro. Sabato abbiamo venduto roba per 500 euro, andandoci sostanzialmente pari (anzi, 50 euro sotto). Abbiamo ripagato esclusivamente le nostre spese. E’ vero che però ci è rimasto ancora molto materiale, dunque potremmo in futuro guadagnarci da qualche banchetto fatto in giro, e non è poco.
Ad oggi, o meglio a sabato, i conti dunque sono questi: circa 900 euro di guadagno. Andranno in parte agli avvocati e in parte a finanziare le prossime iniziative politiche, le prossime trasferte, la benzina, i telefoni per le milioni di telefonate, gli acquisti di roba varia, gli attacchinaggi dei manifesti, l’invito di relatori che vengono da fuori, eccetera eccetera. Grazie a tutti i compagni.