Fateci capire…
Qualche giorno fa la Corte d’assise di Milano (leggi) ha sostanzialmente confermato il secolo di carcere comminato ad alcuni compagni di Milano e Padova accusati di voler ricostituire le Brigate Rosse. A loro carico non c’è assolutamente nulla di concreto, nessun reato commesso, ma solo il fragilissimo teorema inquisitorio di una procura a caccia di streghe e la soggettività rivoluzionaria degli stessi. Eppure l’aver solo pensato di sovvertire lo stato di cose presenti (alzi la mano chi non l’ha fatto almeno una volta al giorno da quando ha raggiunto l’età della ragione) costerà ad alcuni di loro 15 anni di carcere. Per chi non avesse ben compreso l’enormità della pena lo ripetiamo: quindici anni di carcere per non aver mai commesso materialmente alcun reato. Però, se questa è la logica del sistema, se è così che funzionano le cose, vorremmo per un attimo fingerci dei poveri ingenui e chiedere ai solerti giudici di Milano: ma se basta ipotizzare di voler abbattere lo Stato per beccarsi associazione sovversiva e banda armata, perchè l’ubriacone della foto, quello che da anni straparla dai palchi “padani” di fucili nascosti e di militanti pronti a imbracciarli, non solo è libero e incensurato, ma l’hanno addirittura fatto ministro?