furti con destrezza…
“Ce la farà o no?”, “Otterrà la fiducia?”, “E i 316 voti per non dover contare su Futuro e Liberta?”… Mentre gran parte dell’opinione pubblica rimaneva concentrata sul “calciomercato” di Berlusconi e la saga dei Tullianos, lorsignori continuavano imperterriti quella lotta di classe contro i lavoratori che Marchionne a parole considera superata, ma che poi nella realtà porta avanti con ferocia. E così ieri, con tutte le telecamere puntate su Montecitorio, i sindacati gialli CISL e UIL hanno assestato un altro bel colpo al contratto nazionale firmando un accordo separato con Federmeccanica che permetterà ai padroni di derogare allo stesso. “Un accordo che favorirà gli investimenti” ha pontificato soddisfatto il ministro Sacconi, il che, tradotto dall’ipocritese, significa un altro giro di vite del torchio in cui da sempre vengono spremuti salari e pensioni. Sempre ieri, quatti quatti, i senatori della Repubblica hanno ri-approvato il famigerato Ddl sul Lavoro, quello che aggira l’articolo 18 e che già qualche mese fa venne ritenuto incostituzionale da Napolitano tanto che lo rinviò alle camere. Limata la forma la sostanza resta sempre quella. Secondo quanto previsto del Ddl i lavoratori, una volta assunti, avranno 30 giorni di tempo per decidere se affidarsi all’arbitro o al magistrato in caso di future controversie. Non è difficile immaginare quali ricatti e pressioni possa esercitare un padrone su un neoassunto che, in questo modo, ipotecherà il suo futuro relegandolo per sempre nelle mani dell’azienda. Tutto questo mentre i tempi per impugnare il licenziamento si riducono dagli attuali 5 anni a 60 miseri giorni. E alè…. anche lo scoglio dell’articolo 18 è (r)aggirato. Dopodichè, per chiarire bene l’idea di società che c’hanno in mente questi signori, col medesimo Ddl viene abbassata a 15 anni l’eta dell’obbligo scolastico… ma di quanti metri quadrati era la casa di Fini?