Ganò Venezuela
Nella pressochè totale indifferenza dei media nostrani domenica scorsa si sono svolte in Venezuela le elezioni amministrative per il rinnovo dei 23 governi regionali. Si è trattato di un passaggio estrememente importante e delicato per il processo bolivariano perchè ne saggiava il radicamento territoriale subito dopo l’investitura di Maduro da parte di Chavez come suo possibile successore. Sappiamo bene che ogni rivoluzione fa storia a sé. Non esistono ricette belle e pronte, non esistono copioni da seguire, non esistono percorsi lineari scevri da contraddizioni e la rivoluzione bolivariana con le sue peculiarità non fa certo eccezione a questa “legge” della politica che solo chi ha un impostazione dogmatica e libresca non riesce a comprendere. E’ inutile nascondersi dunque che la figura e il carisma di Chavez hanno permesso l’avvio di un processo che altrimenti non avrebbe visto la luce, ed è altrettanto innegabile che solo successivamente si è andata concretizzando dal basso la costruzione e la sollevazione di un movimento popolare che è poi risultato indispensabile per la difesa e la fortificazione di questo processo. Se ci viene passata la metafora, è un po’ come una stalattite e un stalagmite che incontrandosi si fondono in una colonna. Ebbene, le elezioni di domenica hanno (almeno in parte) testato la solidità di questa colonna. Il processo bolivariano pur fra mille difficoltà ed errori ha registrato un ulteriore avanzamento: 4 delle 7 regioni controllate dall’opposizione hanno cambiato “colore” ed ora sono diventate 20 (su 23) le regioni in mano al Psuv. Siamo sicuri che per Chavez non esista medicina migliore. Dale comandante!