Gianfranco Miglio e la scuola pubblica
Ora, di tutta questa vicenda della scuola di Adro c’è una cosa di cui non riusciamo a capacitarci, non ci fa dormire la notte e ci pare più di tante altre cose il sintomo di una degenerazione culturale e politica senza precedenti che sta vivendo questo paese. Va bene le polemiche sui feticci leghisti in una scuola pubblica, anche se oggi scopriamo che non di simbolo politico si tratta ma di tale “sole delle alpi”, icona delle genti del nord e quindi accettata ed amata (ma quando mai..). Ma questo è solo l’aspetto esteriore e superficiale della vicenda. Il fatto scioccante, dobbiamo dire traumatico, almeno per noi, è che un istituto pubblico possa essere intitolato a tale Gianfranco Miglio. Per chi non se lo ricordi, il Miglio è quell’essere che viene definito l’ideologo del secessionismo, poi negli anni divenuto federalismo per indorare la pillola. E’ quel personaggio che a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 dichiarava, ad esempio, tali cose:
“Il mondo civile è nell’area temperata: se ci spostiamo dove fa molto freddo, ci imbattiamo negli slavi tonti; se puntiamo verso sud, incrociamo popoli straniti dal calore, un po’ come quei messicani che sonnecchiano sotto il sombrero..” oppure
“Il presunto impegno alla solidarietà non fa altro che legalizzare la violenza a danno dell’onesto possidente, costretto a rendere partecipi della sua fortuna coloro che guadagnare non sanno..”
Oppure, e qua si supera rigenerando il mito della razza superiore, divide gli italiani in base all’etnia, che secondo lui:
“[L’Etnia] ..va intesa come momento evolutivo-biologico-socio-culturale unitario..”
Ma non solo di secessionismo etnico si cimentava il nostro prof, anche di liberalismo e socialismo:
“Dato che la grandiosa parabola del socialismo dell’Otto-Novecento si è esaurita, e che, assieme al socialismo, sembra per fortuna uscito di scena anche lo Stato sociale, è necessario farla finita una volta per sempre con tali sopraffazioni e tale ciarpame e ritornare ai principi del liberalismo classico”
Potremmo continuare con le citazioni ancora per molto, ma il discorso non cambierebbe. Miglio, dalla fine degli anni ’80 ha contribuito a dare un impianto ideologico-politico alle varie lighe venete, piemontesi o lombarde, capaci solamente di sbraitare in dialetto di Roma ladrona o di immigrati da picchiare. Un personaggio che voleva dividere l’Italia a Firenze, perché al di sotto iniziavano i “popoli” cotti dal sole e di “mentalità africana”.
Dunque, quando abbiamo visto il nome di Gianfranco Miglio sopra un istituto pubblico ci sembrava francamente uno scherzo, l’ennesima provocazione leghista, un fotomontaggio dei quotidiani. E invece è tutto vero, e nessuno ha avuto da ridire. Il problema sono solo i simboli leghisti, tolti i quali tutto andrebbe nel migliore dei modi. Anzi, addirittura la scuola di Adro viene presa a modello, anche dai sedicenti democratici, come esempio da seguire nella costruzione delle scuole future. Cioè costruite coi soldi privati, sponsorizzate dagli imprenditori locali, liberi a quel punto di imprimere il loro marchio sui banchi e di incastonare con viti e bulloni crocifissi in ogni dove. Meno male che noi la scuola l’abbiamo finita da tempo…