Giornalista nasochista
E povero il nostro “giornalista”, soltanto un mese fa inviato speciale della legittimazione neofascista, lui e il resto di quella trasmissione di merda chiamata Nemo (qui lo sdoganamento fascista come strategia mediatica). E’ bastata una testata a sconvolgere le emozioni della casta giornalista del paese, che improvvisamente si ritrova (in faccia) la realtà di un fascismo dato per virtualizzato, pacificato, sdoganato in ogni sua forma. Nessuna pietà per chi da anni alleva un mostro improvvisamente sfuggito di mano. Non abbiamo percepito cori d’indignazione mainstream per le quotidiane aggressioni del neofascismo romano, contro militanti politici o migranti, e oggi dovremmo salire sul carro dello sdegno trasversale solo perché un personaggio della virtualità mediatica incontra la legge della strada? Ma neanche per sogno. Il problema non è Roberto Spada o la criminalità di Ostia in questo caso. Il problema è la politica che legittima questa criminalità, che ne solletica gli istinti, che si serve della compravendita di voti. Ci è stato raccontato un neofascismo che portava il pane alle vecchiette e ripuliva la pineta dalle siringhe, occultando il legame tra questo stesso neofascismo e le mafie del litorale. E’ stupefacente come le parole più adeguate le riesca a trovare un altro pagliaccio del politicamente distorto come Roberto Saviano: «Per quanto mi riguarda, alla luce di tutto questo, combattere Casapound significa fare antimafia». Un’antimafia liberista, nel suo caso. Ma capace almeno di rompere l’omertà diffusa e trasversale di una legittimazione interessata. Per chi è abituato a stare per strada non c’è niente di stupefacente. E’ questa la legge della periferia, un territorio dove sopravvivono solo brutali rapporti di forza. Lo sa chi fa politica in periferia, non lo sa (o finge di non saperlo) chi da una redazione santifica un mondo che vorrebbe totalmente dematerializzato dei suoi conflitti, delle sue contraddizioni, della sua essenza. Non basterà una testata a cambiare una strategia politicamente interessata.