Gli amici di Totò Cuffaro… e quelli di Cesare Battisti
La Cassazione ha confermato la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione del segreto istruttorio nei confronti di Salvatore “Totò” Cuffaro (leggi), ex presidente della Regione Sicilia e, fino a oggi, senatore della Repubblica e sostenitore della maggioranza di governo. Niente di nuovo, ovviamente, la sentenza era già stata emessa un anno fa dalla Corte d’Appello di Palermo. Non ci sarebbe quindi niente da rilevare se non fosse che la conferma della condanna è stata accompagnata da un coro unanime di solidarietà per Cuffaro proveniente dal mondo politico: in una nota congiunta (!!), Casini (Udc) e Follini (Pd) hanno affermato di essere «umanamente dispiaciuti per la condanna di Totò Cuffaro. […] Non rinneghiamo tanti anni di amicizia e resta in noi la convinzione che Cuffaro non sia mafioso», mentre Cicchitto e Quagliariello del Pdl gli hanno espresso la loro solidarietà, dichiarandosi non pienamente convinti dalla sentenza della Cassazione. Anche qui niente di nuovo, se non fosse che, in contemporanea, da qualche giorno in Italia sta impazzando una nuova polemica contro gli “amici” di Cesare Battisti (cioè i firmatari dell’appello di carmilla del 2004), di cui si vorrebbero censurare i libri (leggi, leggi e leggi). Se ancora non fossero bastate le acute riflessioni di Massimo Carlotto – uomo che i limiti della giustizia italiana li ha sperimentati sulla sua pelle, oltre che scrittore di primissimo livello – sulla strumentalità di questa vicenda (leggi) e quelle di wuming su chi siano le personalità che propongono queste forme di censura (leggi), con queste parole di solidarietà e di amicizia per Cuffaro l’ipocrisia di questi novelli censori risulta pienamente svelata. Come possono alcuni esponenti del Pdl proporre la censura e il bando pubblico per gli “amici” di Battisti mentre i loro sodali di partito esprimono la loro solidarietà e amicizia a una persona condannata per favoreggiamento alla mafia? Il favoreggiamento a persone mandanti e autrici di assassini efferati (tipo lo scioglimento di un bambino nell’acido) viene forse considerato un reato meno grave di quelli che imputano a Battisti? O forse le sentenze della magistratura sono indubbiamente corrette solo quando riguardano Battisti, mentre quando sono emesse nei confronti di “amici” di Berlusconi (non dimentichiamo che Cuffaro ha votato, un mese fa, la fiducia al governo in Senato) possono essere messe in discussione?
Lo squallore della proposta di censura è evidente. Ma sono anche proposte come questa – derubricate a boutade del momento – che influenzano il senso comune. Il messaggio che passa è semplice: se dimostri solidarietà e amicizia per l’uomo elevato a “nemico pubblico numero uno”, se hai delle perplessità su sentenze molto dubbie, se proponi una soluzione politica per gli anni ’70 che esuli dalla vendetta, sei un terrorista che si merita il bando da intere zone della penisola, se dimostri solidarietà e amicizia per una persona che è stata condannata per favoreggiamento alla mafia ma che, tuttavia, sostiene il governo sei una persona rispettabile, oltre che magari il portavoce del partito del presidente del Consiglio. Semplice, no?