GLS: una nuova vittoria per i lavoratori della logistica
Le lotte della logistica degli ultimi anni hanno dimostrato molto a chi lotta fuori e dentro i posti di lavoro, ma soprattutto a chi aveva ancora dubbi sul senso e l’importanza di riportare al centro del dibattito politico le questioni del lavoro.
Prima ci hanno mostrato le cose negative: la possibilità di perdere, di essere licenziati, di subire ripercussioni, di essere denunciati o picchiati da forze dell’ordine e guardaspalle dei caporali, di vedere i crumiri lavorare al proprio posto, di assistere ai sindacati confederali che si appropriano di vittorie ottenute da altri o che provano a distogliere i lavoratori dalla lotta per collaborare coi padroni, di rendersi conto che le condizioni accordate non sono rispettate, di vedere i compagni di scioperi e blocchi allontanarsi sfiduciati o comprati dai capi con qualche promessa di condizioni migliori.
Poi le cose positive: le vittorie, le migliori condizioni di lavoro, i reintegri, i salari maggiori, i contratti rispettati, il trattamento migliore, l’unità tra i lavoratori di qualsiasi etnia e provenienza, la solidarietà tra posti di lavoro diversi e anche a centinaia di chilometri di distanza, l’intesa tra i lavoratori e chi li supporta nelle lotte (dai sindacati di base alle realtà politiche), i blocchi sempre più partecipati, la diffusione delle lotte di magazzino in magazzino, le iniziative di dibattito e le azioni di solidarietà, la sempre maggiore determinazione dei lavoratori, i cortei di migliaia di persone, la crescente consapevolezza che se si fermano loro si ferma un settore cruciale e del potere che un blocco della produzione può avere. Il bilancio finora per noi non può che essere positivo e vittorie come quelle ottenute in questi giorni dai corrieri della GLS non fanno che confermarlo. Man mano che le lotte si ingrandiscono e si diffondono i rapporti di forza che stanno alla base del conflitto capitale-lavoro inevitabilmente si spostano e, tra alti e bassi, tendono sempre più a favore dei lavoratori. Non è un caso, infatti, che i corrieri della GLS di Castel de Leva che avevano scioperato e che per questo erano stati messi in ferie siano stati reintegrati, che le sanzioni disciplinari siano state ritirate e che i padroni si siano resi disponibili a riaprire il tavolo di trattative e a riconsiderare le richieste di adeguamento dei contratti al CCNL.
Saranno stati i soldi persi per i blocchi a Castel de Leva e Fiano e per gli scioperi effettuati in solidarietà in contemporanea da alcuni magazzini del nord. O la paura della GLS di vedere la produzione bloccata su scala nazionale, che si sa quanto può essere insostenibile per un settore come la logistica. O la coscienza della determinazione dei lavoratori e del forte supporto “esterno” di SiCobas e realtà politiche. O il fatto che le lotte della logistica stiano assumendo sempre una maggiore centralità politica e mediatica che non permette più a caporali e cooperative di fare come gli pare sulle spalle dei lavoratori nel silenzio generale. A prescindere da quale di questi motivi abbia inciso di più, risulta chiaro come di fatto, tra facchini e corrieri, quel rapporto di forza negli ultimi anni si stia spostando a loro favore e che i lavoratori della logistica, con la loro determinazione e il sistema sempre migliore di organizzazione delle lotte dentro e fuori i magazzini, continuano e continueranno a vincere sempre più lotte.
Di seguito riportiamo il comunicato dell’Assemblea di supporto alle lotte della logistica sulle vittorie dei corrieri GLS.
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Unità, determinazione e solidarietà. E i lavoratori vincono!
I corrieri della Gls di Castel di Leva (zona Santa Palomba in Roma) hanno vinto la loro prima lotta!
Gli ingredienti per questa vittoria sono stati l’unità, la determinazione e la solidarietà con la consapevolezza di gestire in prima persona le vertenze, autorganizzandosi.
Ripercorriamo brevemente le tappe di questa lotta che possono essere di incitamento e indicazione per tutti i lavoratori.
– Il magazzino di Castel di Leva è dato in franchising dal colosso dei trasporti GLS alla DFS TRASPORTI che a sua volta utilizza cooperative per la forza lavoro: facchini e corrieri; questi ultimi sono assunti dalla “cooperativa” 3 ASSI (consorzio MT TRASPORTI).
– La volontà dei corrieri di affrontare una vertenza per uniformare le proprie buste paga al Contratto collettivo (CCNL), li ha portati ad abbandonare la tessera dei sindacati collaborativi (Cgil, Cisl, Uil) e autorganizzarsi col SI.COBAS. A dicembre scorso la cooperativa impone un trasferimento punitivo a tre corrieri, tra i più attivi sindacalmente: lo sciopero per respingere l’infame tentativo è immediato, altrettanto immediata è la rottura delle trattative da parte del SI.COBAS.
– La cooperativa 3 Assi decide la linea dura ma la risposta dei corrieri è lo sciopero di giovedì 13 e venerdì 14 febbraio. I danni alla produzione cominciano a essere ingenti.
– Ancora linea dura della cooperativa che, oltre ad aggressioni verbali e fisiche nei confronti di alcuni corrieri, fa circolare la voce che i corrieri verranno tutti licenziati e manda loro messaggi telefonici di ritenersi in ferie per la settimana successiva.
– “Non un passo indietro”, decidono i corrieri e rilanciano bloccando i camion in uscita martedì 18 sera, mentre mercoledì 19 notte si concentrano presso il centro di smistamento GLS di Fiano Romano impedendo lo spostamento di merci, in queste iniziative sono stati affiancati e sostenuti da altri lavoratori, disoccupati, studenti che sanno che non si deve lasciar passare l’arroganza padronale in un solo punto perché si perde ovunque.
– La stessa notte di mercoledì i lavoratori della Logistica dei Centri di smistamento GLS di Piacenza, Bologna, Padova e Verona, a conoscenza della lotta dei compagni di lavoro di Roma e delle soverchierie dei padroni, decidono che una prova di forza solidale è necessaria e urgente e scioperano dalle 22:00 per circa 5 ore.
– I padroni sono sensibili ai loro profitti, stavolta stanno subendo troppe perdite e… hanno ceduto: tutti i corrieri sono stati reintegrati, le sanzioni punitive annullate, si rendono disponibili a discutere l’adeguamento delle buste paga al CCNL e aprire un tavolo di trattative.
È chiaro per tutti e tutte l’insegnamento che se ne deve trarre. Oggi si può lottare, ci si può autorganizzarsi, si può vincere: alla faccia di tutti i profeti di sventura. È necessaria soltanto la convinzione, che dovremo tutti e tutte far nostra: che tutto ciò che esiste è prodotto da noi lavoratori, che se i lavoratori si fermano, si ferma tutto!, che le merci da sole non camminano se non le muovono i facchini e se non le trasportano i corrieri. Questa è la grande convinzione e forza che ha sostenuto i corrieri e che vale per le vertenze locali così come per obbiettivi più generali così come per cambiare tutta la società.
La solidarietà tra lavoratori, la solidarietà di classe, è uno strumento importantissimo per vincere, per questo i padroni e i media cercano di dissuaderci dall’usarla. In questa vicenda la solidarietà si è trasformata in qualcosa di più: è diventata unità tra chi lavora nella convinzione che l’interesse di un lavoratore è l’interesse di tutti, un torto fatto a un lavoratore è un torto fatto a tutti!
Ma la lotta non è finita. Ora i corrieri hanno assunto il compito di vigilare perché gli impegni presi dai padroni vengano mantenuti, così come hanno espresso la volontà di ricominciare qui e ovunque ci sia prevaricazione e sfruttamento da parte di padroni, comunque travestiti, verso i lavoratori.
Uniti, determinati, solidali e autorganizzati, si vince!